Politica
Editoria, il Senato ha approvato l'emendamento su tetto stipendi Rai
ROMA, 14 SETTEMBRE – Approvato all’unanimità in Senato (un solo astenuto M5S) l'emendamento di Roberto Calderoli al ddl sull'editoria che fissa per gli stipendi Rai il tetto di 240 mila euro previsto per gli amministratori pubblici. Il testo è stato riformulato rispetto alla versione originaria presentata ieri da Calderoli. Il limite si applica «agli amministratori, al personale dipendente e ai consulenti» della tv pubblica. [MORE]
Secondo Giovanni Enrizzi (M5S), l’unico parlamentare ad essersi astenuto sulla norma che introduce il tetto agli stipendi Rai, non sarebbe legittimo dare «fondi pubblici a chi applica ai propri dipendenti, consulenti, amministratori retribuzioni esorbitanti, che si scaricano, poi, sui cittadini, dal momento che queste vanno ad incidere sui costi».
Il senatore ha votato in dissenso dal suo gruppo che, invece, ha detto sì, spiegando in Aula: «Con la mia astensione intendo lasciare al Pd tutto il merito di passare la paletta dove il M5S ha indicato di pulire...».
Soddisfazione sul fronte Pd, il vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai, Francesco Verducci, ha detto: «Con questo emendamento, su iniziativa parlamentare, la Rai fará un ulteriore salto di qualità su trasparenza e riordino delle retribuzioni, sanando la troppa confusione e le troppe iniquità, spesso stratificatesi negli anni, che ne compromettono pesantemente la credibilità e l'autorevolezza». «È un passo importante – ha concluso- che spronerà l'azienda a varare un vero codice di regolamentazione e alla completa trasparenza su tutte le retribuzioni, anche quelle artistiche».
[foto: ilmessaggero.it]
Antonella Sica