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CATANZARO, 15 AGOSTO 2015 - L’ecstasy o metilendiossimetamina (MDMA) è una droga sintetica, una metamfetamina dalle proprietà eccitanti. Estratta dal safrolo, uno degli olii essenziali presenti nel sassofrasso, nella noce moscata, nella vaniglia, nella radice di acoro e in diverse altre spezie vegetali, questa sostanza ha ottenuto notorietà negli anni ’80, soprattutto negli Stati Uniti, quando viste le sue capacità di abbassare lo stato di ansia e la resistenza psichica dei soggetti, oltre alle sue proprietà sedative, iniziò ad essere utilizzata nella terapia di coppia. Si riteneva infatti, che l’uso di questo enfatizzante aiutasse ad affrontare quelle che erano le difficoltà della coppia stessa. Messa al bando dal 1 luglio 1985, oggi è preparata clandestinamente.
Prodotta sotto forma di capsule, polveri e compresse colorate, l’ecstasy è indicata con nomi e disegni originali quali “mezzaluna”, “cuorefreccia”, “delfino” che ne indicano la “griffe”, il marchio d´autore (designers drugs) che le contraddistingue sul mercato e ne indica i differenti effetti.
Nel tempo e soprattutto in questi ultimi anni, l’uso della MDMA, negli Stati Uniti come in Europa, ha seguito strade completamente diverse. Da un uso “terapeutico” a quello ricreazionale, tanto da divenire una droga di uso comune e voluttuario tra i giovani. L’ecstasy viene venduta soprattutto in forma di pastiglie di cui il più delle volte non si conosce la composizione o il vero principio attivo che spesso risulta essere sostituito con composti analoghi od inerti. Ciò che oggi viene chiamata comunemente ecstasy può contenere, infatti, un grande miscuglio di sostanze da LSD, cocaina, eroina, amfetamine e metamfetamine, a veleno per topi, caffeina, sostanze per eliminare parassiti intestinali dai cani ed altro ancora. A rendere l’ecstasy particolarmente pericolosa è proprio il fatto che chi la usa non sa mai veramente ciò che sta introducendo nel proprio organismo.
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Ecstasy ed amfetamine, dall’uso medico alla loro proibizione
Fino a qualche anno fa le amfetamine erano utilizzate come medicinali prescrivibili a scopo dimagrante ed anche nella cura del morbo di Parkinson e nelle depressioni. La stessa ecstasy veniva utilizzata in campo psichiatrico come “siero della verità” e nel tentativo di indurre maggiore capacità di autoanalisi. L’uso medico di queste sostanze è stato successivamente abbandonato vista la capacità di indurre danni cerebrali.
L’ecstasy ed i suoi effetti sull’organismo
L’azione che sostanze come l’ecstasy esercitano è dovuta alla loro capacità di stimolare il sistema nervoso centrale causando effetti quali ipertensione, accelerazione cardiaca, dilatazione delle pupille. Le sensazioni che spingono i giovani e non ad utilizzare queste droghe sono riconducibili all’aumento dell’energia, della resistenza alla fatica, delle capacità sensoriali e di una aumentata euforia. Riducono, inoltre, il senso del timore, dell’ansia sociale aumentando la fiducia in sé e negli altri. L´ecstasy riduce la funzione di un neurotrasmettitore importante come la serotonina, che è connessa con il benessere e la serenità dell´individuo, da qui l’effetto empatogeno. Potenzia la trasmissione mediata dalla noradrenalina e ciò spiegherebbe il suo effetto psicostimolante.
Tra gli effetti a breve termine sono stati riscontrati vasocostrizione con aumento della pressione arteriosa e del battito cardiaco, alterazione della vigilanza e del ritmo sonno/veglia con insonnia, disidratazione, aumento della temperatura corporea, contrazioni muscolari involontarie e riduzione della coordinazione motoria, abolizione della fame. Con dosi elevate, soprattutto in ambienti caldi e affollati come le discoteche, si può arrivare all’ipertermia maligna con febbre oltre i 42 gradi, che può determinare il decesso.
Effetti sulla psiche, dalla sensazione di euforia a profonda depressione
L’assunzione anche saltuaria di droghe amfetaminiche può portare a gravi conseguenze psichiche e comportamentali. Lo stato di euforia e di e socievolezza artificiale che si riscontra in seguito ad assunzione di ecstasy è seguito da una facilità alla disforia, al malumore, all´ostilità con protratte alterazioni della personalità. Effetti che in alcuni casi possono sfociare in una vera e propria depressione fino al pensiero suicida, paranoia ed isolamento. In altre occasioni si è manifestata una seria induzione di inappetenza che ha portato all´anoressia mentale. Ancor più grave è che essa possa persistere anche dopo la sospensione del farmaco.
Attraverso l’assunzione di ecstasy è possibile riscontrare allucinazione di tipo similmescalinica con distorsione delle percezioni sensoriali e della percezione della realtà. L’interazione con l´alcool etilico crea effetti molto pericolosi. Si possono, infatti, manifestare gravi disturbi dello stato di vigilanza ritenuti i responsabili di vari incidenti stradali. Considerando la cessazione degli effetti di tale droga dopo circa 4-6 ore può subentrare una notevole stanchezza, il crash, che potrebbe portare ad addormentarsi all’improvviso mentre si guida.
L’uso frequente e ripetuto di ecstasy o altre amfetamine, può portare ad una dipendenza ed un forte legame psichico a tali sostanze. Il fatto che esse riducano l’ansia sociale e aumentino l’autostima, con il tempo l’individuo diviene incapace di provare soddisfazioni e sensazioni che le reali relazioni interpersonali possono donare. Senza pastiglie, dunque, la vita e le relazioni appaiono incolori e prive di stimoli.
Tra gli effetti a lungo termine riscontrati in seguito ad assunzione di questa sostanza ed altre amfetamine si ha degenerazione dei centri e delle vie nervose serotoninergiche, depressione e forte irritabilità, indebolimento organico, stereotipie e tic, attacchi di panico, deficit cognitivi e psicosi paranoidee.
Dipendenza da droghe amfetaminiche
Sospendere in maniera brusca l´assunzione di amfetamine può generare una sintomatologia di tipo astinenziale con la manifestazione di disturbi fisici, quali cefalea, sudorazione profusa, palpitazioni, vertigini, crampi muscolari, disturbi vasomotori ed effetti spiacevoli, in gergo denominati crasi, rappresentati da ansietà, tremori, irritabilità, disturbi del sonno, affaticamento, depressione e isolamento sociale. Il desiderio di assumere la sostanza allo scopo di porre fine alla sindrome astinenziale diviene sempre più intenso.
Elisa Signoretti