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L’appello lanciato da Papa Francesco all’Ucraina lascia molto perplessa la Comunità Internazionale. Sua Santità che sin dall’inizio del conflitto, non è stato scevero di appelli per la pace e per salvare vite umane ha recentemente dichiarato "È più forte chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca", e "quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà? Sin dall’inizio della guerra Kiev e il Vaticano sono sempre stati in conflitto e il presidente Ucraino ha sempre svilito e derubricato il ruolo offerto dalla Santa Sede come plenipotenziario ad accordi di pace a mere questioni umanitarie. Il Pontefice ripercorrendo secoli di storia e di guerra ha altresì affermato che "guardare la storia: le guerre che abbiamo vissuto, tutte finiscono con l'accordo. Oggi si può negoziare con l'aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è coraggiosa". Il negoziato è il coraggio di un popolo che è consapevole della sconfitta e capisce che salvare vite è più importante del mero orgoglio personale sullo scacchiere internazionale. Intervenuto il direttore della sala stampa vaticana ha meglio chiarito le parole del Pontefice dichiarando "Il Papa usa il termine bandiera bianca, riprendendo l'immagine proposta dall'intervistatore, per indicare la cessazione delle ostilità, la tregua raggiunta con il coraggio del negoziato", ha spiegato, sottolineando che "riferendosi a ogni situazione di guerra, il Papa ha affermato chiaramente: 'il negoziato non è mai una resa". Per quanto il termine “resa” possa apparire contraddittorio, “come affermato da esperti di geopolitica” poiché esclude il negoziato, la “resa” per il Santo Padre è equivalente nella sua essenza al termine “pace” con qualsiasi modo e qualsiasi mezzo.
La reazione di Kiev non si è fatta attendere ed è stata dura e in parte offensiva "Ringrazio ogni cappellano ucraino che è nell'esercito, nelle Forze di Difesa. Sono in prima linea, proteggendo la vita e l'umanità, sostenendo con la preghiera, il dialogo e le azioni. Questo è ciò che è la Chiesa: sta insieme alle persone, non da qualche parte, a duemilacinquecento chilometri di distanza, mediando virtualmente tra qualcuno che vuole vivere e qualcuno che vuole distruggerti". "Gli assassini e i torturatori russi non si spostano verso l'Europa solo perché sono trattenuti dagli ucraini con le armi e sotto la bandiera blu e gialla", "La nostra bandiera è gialla e blu. Questa è la bandiera con la quale viviamo, moriamo e vinciamo. Non alzeremo mai altre bandiere" ha dichiarato il ministro degli esteri Ucraino Kuleba. Sembra pure ridicolo agli occhi di tutti che la sola Ucraina possa essere il bastione di difesa di tutta l’Europa. Gli appelli del Pontefice alla pace in Ucraina sono rimasti inascoltati e restano un faro di speranza per una ipotetica soluzione pacifica e duratura. Ma perché la via della pace e del negoziato è fallita o è fallimentare? Cosa impedisce all’Ucraina di vedere il proprio fallimento? Semplicemente l’Occidente che utilizza l’Ucraina come uno strumento delle proprie ambizioni come affermato dal portavoce del ministro degli esteri Maria Zakharova: la Russia non ha mai bloccato i negoziati mentre l’Ucraina prima nella primavera del 2022 sulla spinta di Boris Johnson ha bloccato i negoziati in corso e poi sotto la pressione USA ha firmato un decreto presidenziale che impediva ogni trattativa con Mosca. Ammettere a sé stessi di aver fallito e mettere da parte le proprie ambizioni quello è il vero coraggio. Dall’America le parole del presidente Biden a commento di quanto affermato dal Pontefice sono state, che la pace è raggiungibile solo se la Russia decidesse di interrompere le ostilità. Anche dall’Europa si è levata una voce critica in modo particolare dal cancelliere Scholz "Per quanto riguarda la guerra di aggressione russa contro l'Ucraina, la posizione della Germania è molto chiara" Kiev "ha il diritto di difendersi e può contare sul nostro sostegno in tal senso, con molte opzioni", e in merito alle parole del pontefice ha dichiarato parole dure :“Non posso essere d’accordo con lui” "Siamo in prima linea per quanto riguarda la portata e la qualità delle forniture di armi che diamo - ha aggiunto - Questo è anche giusto ed è per questo che, naturalmente, non sono d'accordo con la posizione citata". Possiamo osservare una tendenza alla militarizzazione e all’essere guerrafondai da parte di molteplici leader Europei e non. Ma il diritto alla vita, alla sopravvivenza e all’esistenza non conta davvero più nulla? Cercare la via della pace è così difficile?
La complessità della situazione in Ucraina, esacerbata dalle divergenze tra le parti coinvolte e l'ingerenza degli attori internazionali, lascia la Comunità Internazionale in uno stato di perplessità e incertezza. Nonostante gli appelli appassionati del Papa Francesco per la pace e il dialogo, le divisioni persistono e la via del negoziato sembra essere bloccata da interessi geopolitici contrapposti. L'Ucraina, nel suo sforzo per difendere la propria identità e sovranità, si trova ad affrontare non solo una guerra sul campo di battaglia, ma anche un conflitto diplomatico tra potenze mondiali. Mentre il Papa e altri leader religiosi e politici esortano alla cessazione delle ostilità e al coraggio del dialogo, le voci discordanti e le azioni militari prevalgono. Tuttavia, rimane la speranza che attraverso un impegno sincero da entrambe le parti e il coinvolgimento costruttivo della Comunità Internazionale, si possa trovare una via verso una pace giusta e duratura. Il vero coraggio risiede nel riconoscere i propri fallimenti, mettere da parte gli interessi personali e lavorare insieme per il bene comune. Solo allora, forse, la bandiera della pace potrà sventolare sopra l’Ucraina martoriata.
Marco Rispoli (Davoli)