Politica

Ecco le Ombre sull’Occidente

Fin dal passato, e sin dall’antica Grecia o del periodo Romano, l’Occidente si è considerato portatore di numerosi valori fondanti, quali la democrazia, l’individualismo, la libertà e i diritti umani. Tali idee sono state trasmesse attraverso l’eredità di due importanti periodi storici, Umanesimo e Rinascimento che hanno posto l’essere umano al centro dell’universo, enfatizzandone l’autonomia individuale e della ragione. E dopo con l’Illuminismo l’affermazione graduale della laicità dello Stato. L’Occidente si è ritenuto in molti periodi storici portatore di valori come la scienza, la tecnologia e il progresso scientifico, per migliorare e comprendere il mondo. Ciò ha comportato la cd. Occidentalizzazione di molte culture, soprattutto in epoca coloniale. Tuttavia, queste idee e valori occidentali sono stati oggetto di critica e contestazione da parte di altre culture e società. Tali valori in passato sono stati usati per giustificare la colonizzazione, l’oppressione e l’egemonia culturale. 

Il lungo percorso storico e travagliato dell’Occidente può essere definito come l’evoluzione di idee, principi che hanno plasmato la civiltà occidentale nel corso del tempo.  Il percorso di secoli, lungo e doloroso non è stato immune da periodi oscuri e controversi, tra cui le Crociate, la Notte di San Bartolomeo e l’Inquisizione, che hanno causato sofferenze e discriminazioni. Il periodo delle Crociate, che ebbe luogo tra il XI e il XIII secolo, fu una macchia per l’Occidente, in quanto ha promosso l’odio, l’antisemitismo e l’intolleranza religiosa negando l’ideale di pacifica convivenza tra differenti religioni e culture. Ideale che fu sacrificato in nome dell’espansione non dei confini territoriali, ma dei confini religiosi. Si pensi alla Notte di San Bartolomeo, avvenuta nel 1572 in Francia, un episodio di persecuzione contro i protestanti Ugonotti. Questo attacco provocò la morte di migliaia di persone, e rappresenta un esempio di fanatismo religioso, intolleranza e violenza, al fine di preservare il potere politico e religioso di un gruppo. 

La paura del mondo ultraterreno, con l’esasperazione del demoniaco e delle punizioni divine, hanno comportato il rallentamento del pensiero scientifico, definendolo come opera del diavolo e il rallentamento evolutivo di tutta la società occidentale sacrificando filosofi, (ad es. Giordano Bruno) opere e idee, in nome della fede. Criticare questi eventi storici non significa ignorare il contributo positivo dell'Occidente al progresso umano, come l'elaborazione di teorie filosofiche, scientifiche e politiche che hanno influenzato il mondo intero. Tuttavia, è importante riconoscere i momenti di oscurità e imparare da essi al fine di costruire una società mondiale più equa, tollerante e inclusiva in futuro. In nome di questo passato evolutivo l’Occidente si è posto quale guida del mondo, in una sorta di missione sacra di civilizzazione, di tutte quelle culture o società che ancora non hanno superato la loro fase inziale, vuoi perché non ci sono stati molti contatti esterni o perché trattasi di culture teocratiche, come lo siamo stati noi in passato, e il percorso di filtrazione di nuovi valori e idee esterni è più lento. Il processo di trasformazione di una società è lento come in una metamorfosi completa. 

Ogni cultura, popolo, gruppo sociale o giuridico ha il suo tempo di coscientizzazione autonomo necessario, affinché le nuove idee provenienti dall’esterno non siano maturate ed attecchite, non siano invece rigettate, e il trapianto abbia così successo. Il tentativo forzoso di imposizione di valori o accelerazione della sua evoluzione può comportare la reazione contraria, poiché il gesto può essere identificato come neo-colonialismo culturale, impositivo, coattivo e violento.  A lungo, l'Occidente ha avuto una tendenza a imporre visioni organizzative, politiche e economiche attraverso la forza, creando conflitti tra civiltà nel corso del ventesimo secolo e nei nostri giorni. Questo processo ha avuto le sue radici nel colonialismo europeo, dei secoli precedenti durante il quale gli Stati dell'Occidente si sentivano superiori e avevano l'intenzione di diffondere la propria cultura ed i propri valori attraverso la forza coattiva, si pensi ai Conquistadores spagnoli e l’estinzione delle civiltà Precolombiane o al genocidio degli indiani d’America. La concezione di supremazia e dominio si è espressa anche in una serie di interventi militari, spesso con occulti scopi economici, come il colonialismo della Gran Bretagna in India e l'imperialismo americano in Oriente. Questa politica di imposizione ha continuato nel ventesimo secolo, sia durante la guerra fredda che negli anni successivi. La NATO, ad esempio, è rimasta attiva per difendere gli interessi occidentali e la sua presenza in Afghanistan (2001-2021) e in altri paesi ha continuato a portare all'imposizione di visioni occidentali, non rispettando il principio fondamentale di autodeterminazione dei popoli. Anche negli anni più recenti, l'Occidente ha continuato a promuovere le sue idee attraverso l'uso della forza. L'intervento militare in Iraq del 2003, è stato giustificato come una missione per diffondere la democrazia nel Medio Oriente, ma ha portato a una lunga e sanguinosa guerra civile. Le modalità usate dall’Occidente hanno avuto innumerevoli conseguenze negative, come la creazione di conflitti tra civiltà e la diffusione di ideologie estremiste ed autoritarie in altre culture come il jhiadismo e la radicalizzazione estremista. 

Anche nel Nord Africa, il modo di fare interventista dell’Occidente ha creato una destabilizzazione di una serie di Stati retti da regimi autoritari, quali la Libia, Tunisia ed Egitto, con cui fino a qualche tempo prima l’Europa aveva intessuto rapporti diplomatici ed economici, con conseguente implementazione del problema dei flussi migratori oramai in maniera incontrollata. Possiamo affermare che tra Occidente ed altre culture organizzate diversamente vi sia una difficile convivenza? Dove sono alla luce di tale iter storico i valori fondanti dell’Occidente? I valori di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza sono divenuti un mito? Forse vi è una sorta di mancanza di riflessione sulla propria storia o di autocritica? L’autodeterminazione dei popoli, la diplomazia e la cooperazione sono valori formali o sostanziali? Ma come si può modificare una cultura in modo democratico e solidale? Sarebbe forse meglio avere una sorta di prima direttiva o norma fondamentale che vieta di interferire nello sviluppo naturale di una civiltà o negli affari di un governo garantendo l’effettivo sviluppo naturale e l’autodeterminazione?

Marco Rispoli (Davoli)