Politica
Ecco le imposizioni coattive sulle culture per modificarle
Si possono violentare le Società così come ha fatto spesso l’Occidente? Ogni cultura, gruppo sociale, o ordinamento giuridico, ha una sua struttura fondante, una serie di informazioni necessarie alla sua costituzione, regolamentazione ed esistenza sia nel passato che nel presente.
La questione fondamentale è se una data cultura o tradizione di un popolo che va poi ad influenzare il suo ordinamento giuridico è da considerarsi permeabile o impermeabile e cioè se la stessa sia suscettibile di modificazioni.
La scelta delle informazioni da tramandare e pertanto catturare e far proprie è fondamentale per una cultura al fine della sua sopravvivenza. Ogni gruppo sociale e culturale cerca in modo perverso e ossessivo il controllo sulla tradizione e sulla cultura e ossessivo il controllo sulla tradizione e sulla cultura sia propria che altrui ipotizzando o deducendo che il proprio modo di agire e pensare sia il migliore solo perché è il maggioritario o più accettato, e pertanto vada ritenuto degno di essere trasmesso o esportato. Tuttavia tale teoria, non tiene conto di un dettaglio fondamentale, e cioè che tutte le tradizioni di per sé sono indefinibili e incomplete, e pertanto necessitano sempre di elementi derivanti da altre culture. Non esiste l’effettiva immutabilità di una tradizione. Secondo la Teoria del Caos anche una minima variazione in un comportamento o modo di pensare può dare origine a un comportamento caotico che va a modificare una traduzione o cultura.
Quindi se ci ponessimo la domanda le culture sono immutabili e fini a sé stesse come una sorta di monadi? la risposta è da considerarsi assolutamente negativa. Ogni cultura subisce l’influenza di altre idee e culture con cui viene a contatto le sole variabili determinanti sono il fattore tempo cioè quanto si resta a contatto e la struttura politica e cioè se trattasi di ordinamenti giuridici teocratici o fondati sulla ragione il che può determinare la maggiore o minore permeabilità a nuove idee nuovi valori, leggi e filosofie.
Il processo di influenza culturale per poter essere efficace ed efficiente, deve avvenire in modo naturale e spontaneo non mediante atti impositivi di tipo violento o con modalità colonizzatrici perché in tal caso si crea invece una sorta di chiusura o di rigetto. Deve avvenire una sorta di interazione, spontanea tra comunità culturalmente diverse, in cui vi sia la fusione di nuovi elementi necessari a far sì che il gruppo sociale si possa evolvere mediante un arricchimento generato dalla diversità culturale senza che vi sia una prevalenza di una cultura su un’altra. Mediante tale interscambio naturale è possibile sia conoscere e studiare la formazione di culture, popoli, gruppi sociali e di nazioni, sia apprendere da loro che trasmettere senza utilizzo della violenza o della forza.
La vera sfida come teorizzato da Karl Popper di questa sorta di “pentolaccia” o di calderone in cui si riversano gli elementi culturali per garantire l’evoluzione culturale è il bilanciamento perfetto tra adattamenti, imprevisti, tradizione e innovazione in una sorta di progresso sostenibile mediante una sorta di selezione naturale e scarto di tutti quei valori, principi o modelli non più necessari alla sopravvivenza del gruppo in un dato periodo storico e in un dato luogo. Da ciò deriva che il modello utilizzato dall’Occidente per esportare la propria cultura, valori, filosofia, diritto e modelli politici risulta essere fallimentare poiché impositivo e non rispettoso del principio generale di autodeterminazione dei popoli di svilupparsi in completa autonomia, anche perché va considerato che il modello democratico non può essere adattato a tutte le culture o gruppi sociali.
Ma vi è di più, il modello democratico si basa sulla partecipazione volontaria e consensuale dei cittadini. Costringere un paese a adottare un sistema democratico potrebbe generare resistenza e instabilità, poiché la democrazia richiede un sostegno diffuso e una cultura politica che non può essere imposto dall'esterno. Inoltre, le diverse società hanno tradizioni, valori e contesti unici che influenzano la forma del governo che meglio si adatta alle loro esigenze.
Se pensiamo a tutti i vani tentativi di esportare valori occidentali in modo forzoso avvenuti in Medio Oriente tutti quanti falliti forse possiamo intuire che il processo evolutivo deve avvenire in modo naturale e spontaneo a prescindere da quanto sia lungo il periodo evolutivo. Chi siamo noi per decidere cosa è meglio per una cultura? Possiamo essere giudici, giuria e carnefici? Applicare una logica di azione impositiva dall’esterno non fa venire meno la Democrazia?
Non possiamo affermare che il nostro modello di vita sia il migliore solo perché è quello che conosciamo, ogni popolo, cultura anche la più lontana e diversa ha il suo diritto alla sopravvivenza e alla sua evoluzione naturale, anche perché le comunità chiuse in se stesse e troppo impermeabili sono destinate a una sorta di selezione naturale per mancanza di evoluzione e miglioramento che comporta solo il loro lento declino e scomparsa. In conclusione, il tessuto culturale di ogni società è intrinsecamente dinamico e suscettibile di cambiamenti. L'interazione tra culture, popoli e tradizioni è un fenomeno inevitabile che porta ad un costante arricchimento e evoluzione.
La questione di quanto una cultura sia permeabile o impermeabile dipende dal suo grado di apertura alle influenze esterne, ma l'idea di un isolamento culturale totale è illusoria. La Teoria del Caos ci insegna che anche piccole variazioni possono generare conseguenze significative. Di conseguenza, la trasmissione culturale deve avvenire in modo naturale e spontaneo, evitando imposizioni violente che portano a respingimenti o chiusure.
L'interazione tra comunità culturalmente diverse è un catalizzatore per la crescita, ma è essenziale mantenere un equilibrio tra adattamenti, tradizioni e innovazioni. Il tentativo di esportare modelli culturali, politici e giuridici senza considerare le peculiarità e le esigenze di ogni società è fallimentare. L'imposizione di un modello democratico, ad esempio, può generare resistenza e instabilità, poiché la democrazia richiede un consenso radicato nella cultura politica interna. La diversità delle società richiede un rispetto per l'autodeterminazione, evitando di agire come giudici universali. Infine, l'umiltà nel riconoscere che non possiamo decidere cosa sia meglio per un'altra cultura è fondamentale.
Ogni popolo ha il diritto di perseguire la sua evoluzione naturale, e l'imposizione di valori esterni può portare a conseguenze indesiderate. L'apertura al dialogo e alla comprensione reciproca, piuttosto che l'imposizione, è la chiave per un progresso sostenibile e un mondo in cui ogni cultura possa prosperare nel rispetto della propria identità.
Marco Rispoli (Davoli)