Politica
Ecco la sfiducia sulla guerra in Ucraina
Leggiamo sulle principali testate giornalistiche che il protrarsi della guerra, sta logorando drasticamente la popolarità del presidente Ucraino, calata di oltre il 22% secondo recentissimi sondaggi. In tale clima di insoddisfazione causato anche dai massicci reclutamenti forzati, si riducono notevolmente le operazioni militari a causa della mancanza di munizioni e rifornimenti provenienti da altri Stati. Che sia l’inizio della fine? Se il Presidente è in calo invece aumenta la fiducia nei militari e nella persona del, generale Valery Zaluzhny ben il 96% ha fiducia nella sua persona.
Che sia il preavviso di un golpe di tipo militare? Quello che risulta essere sicuro è che il livello di gradimento, fiducia e soddisfazione nei confronti del presidente Volodymyr Zelensky da parte del popolo ucraino dei territori controllati dall’Ucraina, risulta essere in calo. Facendo un rapido raffronto la ricerca statistica portata avanti dal Kiis ha evidenziato che il 62% si fida di Zelenky mentre il18% è di parere opposto. In precedenza secondo un medesimo sondaggio 84% si era espresso positivamente e il 5% negativamente. Attualmente con il blocco dei fondi americani, ed europei le forniture che si limitano all’essenziale costringendo a rimodulare strategie e distribuzioni di armi, mantenere le promesse fatte al popolo comincia ad essere complicato. Se in aggiunta si considera che l’Ucraina ha perso le sue migliori brigate durante la difesa a oltranza di Bakhmut e che è si prepara a un reclutamento forzato di 450-500mila nuovi soldati, per tentare di compensare le perdite violando i diritti umani, andando ad arruolare anche i parzialmente idonei come carne da cannone, possiamo comprendere la gravità della situazione. E stante l’alto tasso di corruzione nelle sfere politiche del governo, i ceti sociali più elevati potranno evitare di essere inviati al fronte. Così facendo saranno solo i poveri che finiranno a morire di fame, di freddo, nelle trincee al fronte.
Si prospetta un periodo lungo e difficile per le forze Ucraine, che vedono i russi avanzare su molteplici fronti, riforniti sia dalla Madre Patria che dagli alleati(Cina, Korea del nord, Iran) mentre sul proprio fronte sono costretti a contare le munizioni rimaste e a lesinarle. Forse questa guerra sta per finire? L’Occidente e la sua macchina di produzione sono stati messi in ginocchio da coloro che pensavamo fossero arretrati, o che non avessero armi o che le avessero già finite durante l’inizio della guerra. La vera domanda morale da porsi in un momento in cui l’Occidente e gli Usa hanno smesso di dare e rifornire è: risulta essere etico illudere un popolo sulle speranze di vittoria e costringerlo a combattere a oltranza?
Non sarebbe meglio avviare delle trattative mediate per risolvere diplomaticamente la situazione fintanto che ancora esiste uno Stato Ucraino? In conclusione, l'Ucraina si trova in una fase critica caratterizzata dalla diminuzione drastica della popolarità del presidente Zelensky, influenzata dal protrarsi della guerra e dai problemi legati ai reclutamenti forzati. Il sostegno popolare per il presidente è in calo, la fiducia nei militari, in particolare nel generale Valery Zaluzhny, tende a salire. La carenza di munizioni e rifornimenti a causa del blocco dei fondi da parte degli Stati Uniti e dell'Europa sta compromettendo le operazioni militari e l’esito della guerra non appare poi così scontato. L’Ucraina a causa della denatalità, delle emigrazioni per paura della guerra, dei morti in combattimento, è un grande territorio con la popolazione più che dimezzata.
Marco Rispoli (Davoli)