Ecco La Russia è Effettivamente Sola?

Marco Rispoli
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La Russia è Effettivamente sola?

Sentiamo parlare molto spesso di Brics  e l’occidente guarda tale acronimo con orrore,paura  e sospetto. Ma di cosa si tratta? Il Brics è un’associazione che vede riuniti al suo interno quei cinque paesi che sono caratterizzati da un’economia emergente in forte ascesa, comprendente ad oggi il 42% della popolazione mondiale, il 25% della totale estensione della Terra, il 20% del PIL mondiale e circa il 16% del commercio internazionale cioè: Brasile, Russia, Cina, India e SudAfrica. Dal  primo gennaio 2024 entreranno  a far parte  Argentina, Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Iran. Sono tutti Stati che hanno avuto in precedenza contrasti con la Nato o con gli USA e che cercano il loro effettivo posto nel mondo, con un loro peso politico ed internazionale nonché culturale e monetario a livello di mercati e di borsa. Si tratta di Stati che con il loro peso economico e demografico potrebbero far cambiare lo scenario mondiale. India Cina e Russia potrebbero in un prossimo futuro minacciare il predominio delle nazioni industrializzate comunemente conosciute come G7. Tale obiettivo potrebbe essere raggiunto quando la coesione in atto tra Russia e Cina continui ad avere obiettivi comuni sullo scenario di politica internazionale. Da quando è nato nel 2001 il Brics si è fatto notare principalmente nel settore finanziario cooperando con il Fondo Monetario Internazionale con lo scopo di far partecipare i paesi emergenti nella finanza mondiale. Ma non solo i giganti di Cina e Russia, nel summit del 2011 hanno precisato che il loro scopo è anche quello di favorire una presenza e una partecipazione di India, Brasile e Sud Africa in seno alle Nazioni Unite al fine di farli diventare membri permanenti del Consiglio di Sicurezza(cosa mai avvenuta prima). Altro scopo del Brics è quello di costituire un sistema commerciale globale attraverso una serie di accordi bilaterali che non siano basati sul dollaro., e la creazione di una nuova moneta che lo sostituisca. Ma non solo, la cooperazione è ad ampio spettro, dal settore economico all’agricoltura, condivisione di risorse intelligenz in ambito di sicurezza nazionale, politiche sul lavoro tutte orientate a rafforzare i legami tra gli Stati membri in una sorta di nuovo blocco economico divergente dal pensiero occidentale e dalle sue politiche espansionistiche e colonialistiche. Il Brics, ha dato vita anche ad una banca la New Development Bank  attiva sul mercato mondiale co un capitale originario di 50 miliardi  di dollari  e riserve di valuta Contingence Reserve Arrangement per 100 miliardi con lo scopo di difendersi dalla volatilità dei mercati, e di finanziare una serie di progetti  aventi lo scopo di valorizzare i Paesi emergenti. Perché tali Stati fanno paura ?  Possiamo fare una considerazione,  quando parliamo di  paesi emergenti facciamo riferimento in primo luogo ( Corea del Sud, Singapore, Thailandia,Taiwan) paesi in via di nuova industrializzazione  meglio conosciuti come le “tigri d’asia” e poi i Brics nel quale uno degli Stati fondatori è quello che ha speso maggiormente  in armamenti per la propria sicurezza e come potenza militare è secondo solo agli Usa ed è la Cina. Ma non solo  la Russia  membro  del Brics è la prima al mondo come potenza nucleare con ben 6000 testate contro le 5428 degli USA .  

Tra gli Stati membri del BRICS emergono chiaramente diverse divergenze ideologiche ed interessi nazionali. Tuttavia, è importante notare che la Geopolitca è intrinsecamente complessa e le relazioni internazionali sono influenzate da molteplici fattori. La politica espansionistica ed egemonica occidentale in ambito di mercati e politica internazionale, potrebbe creare uno scopo comune o un nemico comune  tra i membri del BRICS, generando una coesione politica internazionale senza precedenti che potrebbe minare il potenziale in gioco nelle forze di politica globale. Tale strategia è delicata e considerato il potenziale militare dei vari Stati può comportare rischi significativi, non è saggio provocare tensioni e conflitti che possono portare a instabilità regionali o globali con conseguenze imprevedibili. La storia ci insegna che quando si crea un nemico comune, i popoli e le nazioni si uniscono contro quel nemico  saldandosi in alleanze, condividendo risorse politiche, economiche e militari e tale unione potrebbe far tremare l’occidente e i suoi alleati facendogli capire che  non è più il centro del mondo.  L’ideale nella politica internazionale, rimane la diplomazia e la cooperazione tra le nazioni per affrontare sfide globali comuni, come il cambiamento climatico, la povertà e le minacce alla sicurezza internazionale. L’approccio collaborativo tende a promuovere la stabilità e la prosperità globali, mentre il confronto o la manipolazione delle dinamiche tra le nazioni possono portare a conseguenze indesiderate. Si auspica, che l’occidente voglia mettere su un piano paritario i paesi emergenti e riconoscerli con tutte le loro contraddizioni e difetti organizzativi politico-governativi senza  volerli cambiare con atti di forza, imponendogli dall’esterno “cultura e pensiero, con eventuali guerre (anche preventive)  di copertura alle vere motivazioni quasi sempre economiche o di dominio.

Marco Rispoli

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Scritto da Marco Rispoli

Giornalista di InfoOggi

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