Politica

Ecco la guerra non è mai una soluzione ma una sconfitta

La guerra in Ucraina si protrae ancora. Gli Stati Europei valutano come supportare ulteriormente il Presidente Zelensky, che dopo la fallita controffensiva, arretra sia sul campo che come indice di gradimento. In tale clima di destabilizzazione generale, i leader europei valutano ed esprimono giudizi su come proseguire gli aiuti. Macron ha dichiarato in un suo recente intervento che non si esclude la possibilità di inviare truppe in Ucraina: «Non c’è consenso in questa fase sull’invio di truppe sul terreno» «Non bisogna escludere nulla. Faremo tutto il possibile affinché la Russia non vinca». Tale proposta in Europa non ha ricevuto consensi presso altri Stati, anzi si legge in molte note come quella emanata da Palazzo Chigi un distacco dal pensiero francese: «La conferenza organizzata ieri a Parigi dal presidente Macron ha costituito l’occasione per riaffermare, con la partecipazione del viceministro Cirielli, il pieno impegno dell’Italia a sostegno dell’Ucraina nella lotta a difesa della propria sovranità e integrità territoriale» «fin dall’aggressione russa di due anni fa vi è stata piena coesione di tutti gli Alleati nel supporto da offrire a Kiev. Questo supporto - sottolinea la nota - non contempla la presenza sul territorio ucraino di truppe di Stati europei o Nato». 

E non solo anche il presidente della Polonia Duda ha pronunciato il suo no. Anche la Nato stessa ha dichiarato che: “La Nato e i suoi alleati stanno fornendo un aiuto militare senza precedenti all’Ucraina. Lo abbiamo fatto dal 2014 e abbiamo cambiato marcia dopo l’invasione russa su vasta scala. Ma non ci sono piani per la presenza di truppe da combattimento della Nato sul terreno in Ucraina”. Il cancelliere Scholz ha affermato un no all’invio di soldati tedeschi in Ucraina. Anche perché qualora fossero inviate forze Nato, questo implicherebbe una guerra mondiale. Allora cosa fare? La domanda da porsi è per quanto l’Occidente in crisi economica sarà dissanguato di risorse per una guerra lunga come non si vedeva da Verdun o dalle Somme? Dobbiamo comunque constatare che la presenza di personale Militare Nato in Ucraina non è certo un segreto, principalmente di tecnici che supportano Kiev circa l’utilizzo di attrezzature, armi e manutenzione di nuovi armamenti. Ma un conto sono i tecnici e un conto sono i militari. Cosa accadrebbe se militari Nato o forze speciali della stessa entrassero in gioco come proposto dai francesi per difesa di zone chiave? 

Tale mossa sembrerebbe alquanto provocatoria e porrebbe a Mosca il dilemma se bombardare o meno gli obiettivi controllati dai soldati francesi o occidentali con l’immediato effetto di innalzare la soglia di scontro tra Nato e Russia, perché sono questi due giganti che si stanno scontrando e il territorio Ucraino è solo il campo di battaglia. Anche il capo del Pentagono Lloolyd Austin durante una relazione avrebbe dichiarato parole che inneggiano a una possibile, quanto mai terribile guerra tra Occidente e Russia affermando che: "Se l'Ucraina cade, credo davvero che la Nato sarà in lotta con la Russia". Cosa davvero terribile. Con tutti i focolai di guerra nel mondo ci stiamo avvicinando alla terza guerra mondiale? Forse la Nato si è spinta troppo ad est circoscrivendo e accerchiando il suolo Russo. Si veda a titolo esemplificativo il nuovo ingresso della Svezia nella Nato. Ma cosa fa davvero paura? Ciò che terrorizza l’Occidente è la possibile e reale vittoria Russa in Ucraina e il danno all’immagine internazionale, dell’Alleanza Atlantica, per la sua incapacità di difesa di un presunto stato democratico. Diciamo presunto perché nel parlamento ucraino non esiste più un’opposizione politica, ben 11 partiti sono scomparsi. Il loro solo crimine essere moderati e filo russi. E in tale clima di tensione internazionale, sul filo di una guerra nucleare Ursula von der Leyen, ha palesato la concreta possibilità della guerra e che perciò bisogna implementare gli investimenti nelle armi. Il valore delle vite umane, che andranno perse, nelle prosecuzioni degli scontri attuali e di quelli nuovi che si creeranno sul pianeta può essere misurato mediante un grafico, come si misurano gli andamenti economici degli investimenti in armi voluti e sperati dall’Occidente? La replica di Putin è stata dura e terribile: "Abbiamo armi che possono colpire il vostro territorio". E ancora: "Le armi nucleari russe strategiche sono in stato di massima allerta". Un chiaro messaggio a tutte le Nazioni Occidentali a farsi da parte e a non intervenire nella politica estera russa e a non compromettere la sua indipendenza. 

Mentre tutti i Capi di Stato e di Governo discutono di armamenti e li testano sul terreno ucraino per osservarne i difetti e i pregi nel prendere vite umane, una voce solitaria si leva in favore della vita e della pace quella di Papa Bergoglio: “Non dimentichiamo le guerre!.” “Non Dimentichiamo la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, i Rohingya e le tante tante guerre che sono dappertutto” In un contesto dove le tensioni internazionali aumentano tra le potenze europee, emergono divergenze significative sulle strategie da adottare nell'affrontare la crisi in Ucraina. Mentre alcuni leader propongono interventi più incisivi, come l'invio di truppe sul terreno, altri esprimono cautele e si concentrano sul supporto logistico e tecnico. Tuttavia, la prospettiva di un coinvolgimento militare diretto solleva interrogativi cruciali sul rischio di una escalation e sulle conseguenze globali di uno scontro aperto tra la NATO e Russia. In questo clima di incertezza e di valutazioni strategiche, la voce del Papa emerge come un richiamo alla responsabilità. Mentre i leader politici si confrontano sulle politiche di difesa e sugli investimenti in armamenti, Papa Bergoglio ci ricorda che la vera vittoria risiede nella costruzione di un mondo pacifico e solidale. È cruciale riflettere sulla lezione della storia e sulle drammatiche conseguenze di ogni conflitto armato. La guerra non è mai una soluzione, ma piuttosto una sconfitta per l'umanità. È fondamentale non dimenticare il valore supremo della vita e l'importanza della ricerca incessante della pace nelle forme della diplomazia.

Marco Rispoli (Davoli).