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Ecco il crollo della diga in Ucraina: La Centrale è in pericolo?

Assistiamo impotenti e sconcertati alle novità provenienti dalla guerra. La diga Kakhovka  lungo il fiume Dnepr è stata gravemente danneggiata dalle violente esplosioni dello scorso 6 corrente mese. La diga alla fine è crollata allagando un’area di 600 chilometri quadrati nella zona sud dello Stato Ucraino nel distretto regionale di Kherson. Di per se non sembrerebbe una notizia molto sconvolgente, se non fosse che tale bacino idrico riforniva gli impianti di raffreddamento dei reattori della centrale nucleare di Zaporizhzhia occupata dai Russi. I quali stanno facendo una vera e propria corsa contro il tempo per far si che alla centrale arrivi la massima quantità di acqua possibile per raffreddare le barre di materiale radioattivo. 

L’Aiea che monitora costantemente la distruzione della diga e afferma che “ il livello  è sceso di 2,8 metri e se scende sotto i 12 metri non sarà in grado di pompare acqua.” Siamo con una sorta di spada di Damocle sulla testa, i danni reali alla diga non sono conosciuti, non si possono fare previsioni su quando non sarà più in grado di rifornire le risorse idriche necessarie al raffreddamento.  Si tenta con ogni mezzo necessario di rifornire i serbatoi della centrale per tamponare la situazione per diversi mesi. Ma cosa succederà ?  e soprattutto quali potrebbero essere gli effetti di un’ipotetica esplosione dei reattori? L’eventuale esplosione di una capsula darebbe vita ad un’immensa palla di fuoco (il cosiddetto fungo atomico) che, trasformandosi in vapore, si innalzerebbe verso l’alto, insieme al suolo e all’acqua. Gli elementi radioattivi dell’ordigno atomico si mescolerebbero con il materiale vaporizzato.

Una volta raffreddatosi si scorporerebbe in piccole particelle che, ricadendo sulla terra come una pioggia, causerebbero distruzione e morte in un’area molto estesa.

Da un governo e dall’altro si levano grida di accuse reciproche dopo tale tragico e nefasto evento.  Le forze Ucraine, sostengono che sono state le forze Russe e viceversa. Va da se che tale teoria non sta in piedi poiché la diga rifornisce l’intera penisola della Crimea che si dal lontano 2014 fa parte del territorio Russo. Ma la tragedia è alle porte la vita della centrale nucleare è a rischio come quella di tutti noi lo spettro di Chernobil aleggia sul mondo intero e torna a perseguitare l’umanità . Julius Robert Oppenhemer dopo aver creato la bomba atomica a dichiarato “io sono diventato morte,distruttore di mondi” “ad utilizzare per la prima volta questo tipo di armi ci allineiamo  con i barbari delle prime età”  ora la domanda che io mi pongo è la seguente : se il padre dell’atomica era così spaventato dopo averla creata perché noi dobbiamo mettere a rischio l’umanità intera? 

Perché dobbiamo creare un disastro ecologico ed umanitario di proporzioni bibliche?  Come ho già detto in precedenza riprendendo le parole di Grossi dell’ Aiea occorre smilitarizzare la zona intorno alla centrale e creare una zona di sicurezza una volta messa in sicurezza la centrale stessa. Per il momento la minaccia rimane e il rischio pure. Ed è molto alto. Va da se che tale disastro complica le già disastrose situazioni energetiche dello Stato Ucraino e anche alimentari, perché quel bacino serviva ad irrigare i campi dell’Ucraina meridionale, con grave danno alla popolazione e all’economia di uno Stato pesantemente devastato dalla   guerra e dalla crisi economica connessa ad essa.

Qual è stata l’origine del conflitto che ci ha portato a tale catastrofe? Non è stato forse la richiesta del governo Russo che l’Ucraina restasse uno stato cuscinetto neutrale e rinunciasse alla sua costante pretesa di far parte della Nato per garantire la sicurezza Sui confini della Federazione? 

Ora dopo tanta distruzione e morte che sta rendendo l’ucraina come un cratere lunare senza vita, le popolazioni europee si chiederanno, in nome di una presunta autodeterminazione, che vantaggio strategico, economico, politico o energetico avremo ottenuto quando tale guerra finirà? Sempre ammesso che finirà e non si trasformi in una guerra di trincea come a Verdun o nelle Somme.

Cosa servirà a se stessa un’Ucraina distrutta, senza risorse, inquinata, spopolata e Dio non voglia anche radioattiva all’Occidente? Si spera nell’integrità e nel buon funzionamento della centrale affinché nessuna nube atomica possa alzarsi per ricadere prima in loco  e poi su tutta l’Europa, come già avvenuto con Chernobil. In questo caso nemmeno i prodotti agricoli ucraini potranno essere commercializzati in futuro con facilità e saranno guardati con sospetto dai mercati com’è già avvenuto, con il grano proveniente dall’area contaminata di Chernobil che veniva rifiutato e respinto anche a distanza di anni.

A conferma di quanto detto, recentemente leggiamo che l’impianto chimico di Summykhimprom, che si occupa della produzione di fertilizzanti chimici è stato gravemente danneggiato generando una fuoriuscita di ammoniaca che ha saturato l’ambiente circostante costringendo la popolazione a rifugiarsi nei seminterrati.

L’Ucraina che erediteranno le future generazioni sarà una terra malata, probabilmente radioattiva i cui costi di bonifica sopportati dall’Europa saranno altissimi. Ci meritiamo questo? Non sarebbe ora di sedersi al famoso tavolo delle trattative e trovare una soluzione diplomatica?  

Marco Rispoli (Davoli)