Cronaca
Dati salienti emersi da una relazione della Dia sulla criminalità in Puglia
BARI - Penetrazione dell’economia da parte di clan in lotta fra loro e creazione di compagini criminali nell’ambito dell’economia legale. Sono i dati principali che si evincono dall’ultima relazione semestrale inviata al parlamento dalla Direzione investigativa antimafia di Bari. Gli investigatori della Dia hanno riscontrato la compromissione degli ambienti economico- finanziari ed istituzionali locali dando conferma al principio secondo cui le mafie per riciclare e successivamente reimpiegare le ricchezze accumulate debbano necessariamente avvalersi della partecipazione di professionisti, amministratori, avvocati, direttori di banca e notai.[MORE]
L’Antimafia individua come causa delle penetrazioni mafiose quella crisi economica che avrebbe ampliato il ventaglio delle modalità di infiltrazione da parte delle compagini criminali pugliesi nell’ambito dell’economia locale come dimostrerebbero i casi di piccoli commercianti che spacciano droga e la presenza di persone pagate per segnalare agli usurai soggetti che vivono in condizioni di difficoltà economiche.
Un altro problema sollevato è quello dei porti pugliesi, in particolare quello di Bari che, secondo la Dia, sarebbe utilizzato come crocevia per il traffico di sostanze stupefacenti e merce contraffatta, per l’ingresso di clandestini, per i traffici di auto rubate e per il contrabbando di sigarette.
La Direzione investigativa antimafia lancia l’allarme anche sul reclutamento di minorenni che riguarderebbe tutte le province pugliesi. Essi passerebbero in maniera graduale dai reati predatori allo spaccio di droga per poi giungere ad espressioni criminali più sanguinose.