Cultura e Spettacolo

Eccezionale scoperta a Pompei: dagli scavi emergono resti di un uomo in fuga

POMPEI, 29 MAGGIO – Come documentato in anteprima dall’Ansa, gli scavi archeologici di Pompei hanno restituito ai posteri una nuova vittima della famosa eruzione del Vesuvio avvenuta nel 79 d. C., quando la città fu seppellita sotto una coltre di cenere e lapilli. Si tratta di un uomo, alto circa 1,65 m, il quale al momento della morte aveva circa 35 anni, ma soffriva di una forma di disabilità che gli aveva procurato problemi deambulatori e forse è per questo motivo che questa persona si attardò nella fuga durante la notte dell’eruzione. Secondo le prime ricostruzioni degli archeologi, è possibile che il 35enne si sia reso conto di non avere scampo ed abbia voluto guardare in faccia la propria sorte, dal momento che il suo scheletro è stato rinvenuto riverso sulla schiena e decapitato, con la parte alta del busto ancora coperta da un grande masso pesante circa 300 kg (forse uno stipite rimosso da una casa dalla furia del vulcano); proprio l’enorme pietra in questione avrebbe travolto in pieno l’uomo, intento ad osservare il terribile spettacolo. [MORE]

La scoperta è avvenuta nella zona dei nuovi scavi, la Regio V dell’antica città, all’angolo delle strade denominate “Vicolo dei balconi” e “Vicolo delle nozze d’argento”. Nel punto del ritrovamento vi era uno slargo, una piccola piazza, al centro della quale era posta probabilmente una fontana, dato che ancora resiste uno spicchio di terreno ricoperto da un notevole strato di materiale piroclastico. Dopo la morte dell’uomo, il suo corpo fu seppellito naturalmente dalla cenere e dalle pomici provenienti dalla montagna; nel corso degli anni, poi, il terreno sovrastante lo scheletro è collassato su di esso e pertanto non è stato possibile per gli studiosi ricostruire le sembianze della nuova vittima mediante la tecnica del calco di gesso (come accaduto invece con altre di cui sono stati ritrovati i resti). È stato possibile soltanto effettuare alcuni calchi intorno allo scheletro al fine di analizzare il materiale che vicino ad esso si era accumulato negli ultimi istanti di vita: in tal modo, gli archeologi hanno potuto ipotizzare che l’uomo si fosse effettivamente reso conto di andare incontro a morte certa, essendo già stato completamente investito dalla nube piroclastica che trascinava con sé detriti, pezzi di ferro, tronchi d’albero e pezzi di selciato.

I resti di diverse altre vittime erano già state ritrovate negli scorsi anni, ma dalle varie ricostruzioni storiche ed archeologiche è praticamente sempre emerso che si trattasse di persone in fuga o nascoste nella speranza di scampare al pericolo. L’ultimo ritrovamento, invece, riguarda forse per la prima volta un uomo consapevole del proprio destino: egli potrebbe essersi attardato poiché la sua tibia presenta le tracce di una evidente infezione ossea (causata forse da artrosi) che doveva presumibilmente procurargli dolore, dunque ciò gli avrebbe reso difficoltosa la fuga.

Il Direttore Generale del Parco Archeologico, Massimo Osanna, ha subito parlato di “scoperta drammatica ma eccezionale, che aggiungerà un nuovo importante tassello alla storia di Pompei. Al di là dell’impatto emotivo di queste scoperte, la possibilità di comparare questi rinvenimenti, confrontare le patologie e gli stili di vita, le dinamiche di fuga dall’eruzione, ma soprattutto di indagarli con strumenti e professionalità sempre più specifiche e presenti sul campo, contribuiscono ad un racconto sempre più preciso della storia e della civiltà dell’epoca, che è alla base della nostra ricerca archeologica”. Poco dopo è arrivato anche il plauso del Ministro uscente ai beni ed alle attività culturali, Dario Franceschini, il quale ha così commentato la scoperta su Twitter: “Il mio mandato è iniziato con crolli a Pompei 7 giorni dopo il giuramento da Ministro e si conclude sempre a Pompei con ritrovamenti straordinari dopo 4 anni di restauri e di scavi in zone mai esplorate e con 1 milione di visitatori in più. Questa scoperta eccezionale farà il giro del mondo. Pompei è il simbolo di una storia di riscatto e di rinascita italiana”.

 

Francesco Gagliardi

 

Fonte immagine: ansa.it