Fantasticherie del cuore
È tempo di rispondere ad alcune domande nascoste!
Siamo arrivati alla fine del periodo natalizio. È venuto al mondo Cristo Gesù! Il pianeta non sarà più lo stesso. Più grande sarà il Suo nome tra la gente, maggiormente prospereranno nuovi scribi e farisei pronti a sminuire la portata universale della novità delle novità. Ma oggi alcune domande sotterranee incombono sulla coscienza dei cristiani. Prima di esporle è bene fare alcune inevitabili considerazioni.
I raggiri odierni rivolti a Cristo e al Padre, creatore dell’universo, sono continui e senza sosta. I ragazzi nelle scuole vengono tentati con il gender che abolisce la differenza naturale tra maschio e femmina, rendendola un fatto solo psicologico. In teoria ognuno può scegliere la sua sessualità distruggendo, per la sua parte, l’equilibrio che da secoli salvaguardia il mondo. L’uomo se continuerà a perdere dentro di sé la simmetria dei suoi pensieri porterà ovunque del male e del pianto senza riparo. La lotta continua!
Si accorciano le “interferenze” divine sull’uomo, per far crescere il dominio umano su ogni cosa che sia spirituale, materiale e mentale. La tentazione è sempre quella di sostituirsi a Dio o comunque di relegare nei calcoli matematici del cosmo tutto ciò che espone la saggezza raccontata nel vangelo. Qualunque evidenza si presenta come laica è perciò auto-sufficiente. Ha i suoi filosofi, i suoi scrittori, i suoi teologi. I suoi preti. Parla di Dio in due modi.
Da una parte il Cristo uomo che rimane tale assieme a quelli che come lui hanno meravigliato l’Umanità; dall’altra un animismo privato e un Dio indistinto trasferibile alla personale visione dei tempi. Ed ecco il passo finale: Ciò che è oggettivo diventi soggettivo. Un mondo alla rovescia, dove tutto si esprime individualmente con una soggettività senza pari, oscurando ogni giorno l’oggettività delle cose attorno. Il tempo della crocifissione di Cristo assume molto bene il tentativo umano di far deviare il valore stabile della soggettività.
A proposito dell’iscrizione sulla croce voluta da Pilato commenta il teologo: “I Giudei leggono quanto scritto e vorrebbero che da verità oggettiva: “Gesù il Nazareno, il re dei Giudei”, divenisse verità soggettiva: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”. Il governatore romano risponde con una frase lapidaria: “Ciò che ho scritto, ho scritto” - Quod scripsi, scripsi. Se Pilato avesse trasformato la frase, saremmo precipitati nella soggettività senza alcuna verità storica”.
I farisei e gli scribi del nuovo secolo sono ritornati all’attacco chiedendo ad alta voce, questa volta riuscendovi in larga parte, di modificare “la dicitura che descrive Cristo in croce”. Tutto di riflesso è diventato soggettivo. L’oggettività da fastidio, penetra veritiera nel profondo dell’animo, turba i pensieri dell’uomo meccanico di oggi. Le regole dello Spirito sono facili a dire, ma difficili a realizzare per chi è proteso a mettere al centro della propria vita la sola materialità.
Esse irrompono nella giornata di ognuno e lo guidano, lo proteggono, lo spalleggiano, lo rendono capace di non cadere nel tranello del “diavolo” di turno. La scelta di seguire ogni indicazione data è personale. L’opzione di adempiere ai segnali della parola celeste o di arrampicarsi sugli specchi dell’edonismo glorificato è del tutto libera e riservata. L’oggettività intanto arranca. Ai giovani viene fatto un male senza precedenti lasciando scialbe e piallate le pareti della storia passata, recente e futura.
Alla società nel suo insieme manca giorno dopo giorno l’anima. E mentre il Santo Padre invoca di non essere vittime del telefonino, almeno a tavola con la famiglia, è già in funzione una comunità prima equamente ellenizzata e dopo soggettivamente cristianizzata. Gli effetti sono sotto i nostri occhi. Il teologo scrive:
“Se tutto è realtà soggettiva, senza alcun valore oggettivo, allora è Abramo che pensa così. È Mosè, Giosuè, Davide, Isaia, Geremia, Malachia che pensano così. È Gesù che ha pensato così. Sono gli Apostoli che hanno pensato così. Si rispetta il loro pensiero, ma esso non ha alcuna valenza oggettiva per noi. È la Scrittura che pensa così. È il Vangelo che pensa così. È la Tradizione che dice così. È anche il Magistero che parla così. Mancando la verità oggettiva, tutto è rinviabile alla persona che così ha pensato prima o anche pensa oggi. Non c’è alcun obbligo per chi pensa in modo diverso”.
In queste ultime parole si staglia il manifesto odierno. Tutti lo sottoscrivono. Le file sono interminabili e le piazze si riempiono con uno schiocco di dita o meglio di clic. I cristiani guardano, non parlano ed in mezzo alla folla ci sono pure loro numerosi. Pensano così di mantenere la propria dimensione interiore. “Cinquanta” passi e anche i moderni discepoli di Cristo sventolano la bandiera di un soggettivismo truccato, ambiguo e maliziosamente addolcito.
La società, per una maggioranza ben variegata, si può considerare in buone mani. Può perciò andare avanti, mentre le domande di seguito elencate attendono da tempo un responso responsabile. Continuare a far finta di nulla significa volersi auto-lesionare dentro e fuori.
Ma fino a quali anni reggerà l’equiparazione a tavolino di ogni cosa? Per quanto tempo le verità eterne potranno essere compresse e limitate? L’uomo per quanto rimarrà ancora schiavo dell’impero utilitarista che incalza altezzoso sull’umanità? Si capirà un giorno non lontano che l’oggettivo sacro o naturale che sia, non potrà mai essere trasformato a convenienza in soggettivo? Ad ognuno la propria risposta per poi poter riflettere sul bisogno immediato di cristianità nel mondo.
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