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E' pronto il sommario dell' IPCC sul clima che cambia

STOCCOLMA 27 settembre 2013 – Oggi è stata reso pubblico il sommario per i responsabili della politica dei governi mondiali del quinto report di valutazione (AR5) dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). Il messaggio è chiaro: il clima sta cambiando più rapidamente di quanto previsto nei precendenti report e la causa principale è da additare all’opera dell’uomo.

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Le osservazioni del sistema climatico ottenute dal gruppo di lavoro dell’IPCC sono basate su misure dirette, da satellite e da modelli climatologici. Le osservazioni sistematiche su scala mondiale sono iniziate a metà del diannovesimo secolo per la temperatura e per altre variabili, ma sono state utilizzate anche risultati ottenuti da ricostruzioni paleoclimatiche che hanno permesso agli scienziati di ottenere dati fino a milioni di anni fa. Tutto questa grande quantità di dati ha garantito un’ampia visione dei cambiamenti nell’atmosfera, negli oceani, nella criosfera e sulla terra.


Il risultato è che il riscaldamento del clima mondiale è inequivocabile e molti dei cambiamenti osservati non hanno precendenti. Le ultime medie decennali sulla temperatura sono state le più alte mai registrate sin dal 1850.

Una prova decisiva del riscaldamento viene dagli oceani che costituiscono un grande serbatoio di energia proveniente dal Sole e depositata nel nostro sistema climatico: il loro livello medio nel ventennio 1901-2010 è aumentato di ben 19 centimetri.


Ciò è stato causato dallo scioglimento dei grandi ghiacciai. Nel sommario, infatti, si riporta che negli ultimi vent’anni gli strati di ghiaccio in Groenlandia e nell’Antartico si sono afflievoliti con un tasso compreso tra i 157 e i 215 miliardi di tonnellate l’anno. Dello stesso ordine di grandezza è il tasso di perdita di massa dei ghiacciai sparsi in tutto il mondo. L’Artico, invece, ogni anno si riduce di un valore vicino al 10% .


Ed è inequivocabile l’influenza dell’uomo sul clima: è evidente che l’aumento della concentrazione dei gas serra crea una forzante radiativa positiva, ovvero un’azione sull’atmosfera che favorisce il contenimento di energia solare riflessa dal suolo e diminuendo, perciò, il suo rilascio nello spazio.  Migliorando i modelli di simulazione atmosferica e introducendo al loro interno i dati misurati di anidride carbonica si ottengono i valori di precipitazione misurati su terra, di temperatura misurata negli oceani e di scioglimento dei ghiacciai in Antartide osservati con un discostamento migliore di quella ottenuto nel report precedente.


Sandro Fuzzi, autore della review del sommario, intervistato su Stampa.it afferma che «La concentrazione di biossido di carbonio (CO2) nell’atmosfera è cresciuta di più del 20% rispetto al 1958 e di circa il 40% dal 1750», e che «è probabile al 95-100% che le attività antropiche, uso dei combustibili fossili e deforestazione, abbiano causato più della metà dell’aumento di temperatura osservato [...]. Le emissioni di gas serra stanno causando cambiamenti climatici in tutte le aree del pianeta, anche se non in misura uniforme, molti dei quali persisteranno per secoli - spiega Fuzzi - Per arginare questo circolo vizioso occorrono urgenti e importanti riduzioni delle emissioni di CO2 e degli altri gas serra».


E forse neanche ciò potrebbe bastare: infatti, sempre nel sommario, si spiega che, a secondo degli scenari previsti una quantità che va dal 15% al 40% di anidride carbonica rimarrà in atmosfera per più di 1000 anni, alimentando per tutto questo tempo la forzante radiativa positiva e intrappolando l’energia solare all’interno della Terra.


Il sommario per i responsabili della politica è disponibile sul sito:
http://www.climatechange2013.org/images/uploads/WGIAR5-SPM_Approved27Sep2013.pdf

Il report  completa verrà reso pubblico il 30 settembre.