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ROMA, 15 FEBBRAIO - Per molti anni e' stato l'uomo dei numeri della Cgil, come capo dell'ufficio studi. E' morto a Roma Stefano Patriarca, classe '51, economista, grande esperto di welfare e previdenza, a lungo consulente di Palazzo Chigi. "Ci manchera' un amico e una persona cara, un uomo di grande intelligenza e profonda ironia. Ci manchera', soprattutto, la sua rara competenza, il suo impegno e la sua passione per le cose che faceva", afferma la Cgil, che esprime "profondo cordoglio" e "vicinanza alla famiglia", ricorda Stefano Patriarca, scomparso ieri a Roma, dopo una breve malattia.
Nato nel 1951, esperto di politiche del welfare e del lavoro, Patriarca si era laureato con lode alla Sapienza di Roma in Scienze statistiche demografiche con indirizzo economico, diventando subito dopo ricercatore universitario sul modello macroeconomico con Paolo Sylos Labini. Successivamente, dopo una breve esperienza in Rai come dirigente delle risorse umane, nel 1978 approdera' in Corso d'Italia, dove diventera' direttore dell'Ires (l'Istituto di ricerca economico e sociale della Cgil), incarico che ricoprira' fino al 1991.
Molto vicino a Bruno Trentin, con cui collaborera' a lungo, dal 1991 al 1996 coordinera' il Dipartimento economico e del welfare della Cgil, con un ruolo di responsabilita' e gestione delle attivita' tecniche di analisi e proposta del dipartimento e delle relazioni con il Governo e le controparti sociali nel campo delle politiche economiche, fiscali e del welfare.
Patriarca e' stato anche membro del Cnel e presidente di varie commissioni dal 1986 fino al 1996, anno in cui sara' nominato presidente del Formez (Centro di formazione e studi per la modernizzazione delle pubbliche amministrazioni). Incarico che ricoprira' fino al 1999. Nel 2000 approdera' alla Presidenza del Consiglio, con l'incarico di direttore del progetto di decentramento amministrativo che ricoprira' fino al 2003.
In seguito, avra' molti altri incarichi e collaborazioni con la regione Campania, la regione Umbria, il Comitato per la protezione sociale della Commissione europea, l'Istat, il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, l'Inps, fino all'incarico di esperto del Nucleo tecnico di coordinamento della politica economica della Presidenza del Consiglio dei ministri con i governi Renzi e Gentiloni.