Estero
È morto il filosofo André Glucksmann, militante per i diritti umani negli anni '70
PARIGI, 10 NOVEMBRE 2015 – All’età di 78 anni, nella notte si è spento nella capitale francese il filosofo André Glucksmann, militante per i diritti umani, punto di collegamento secondo il quotidiano Le Monde tra due generazioni di intellettuali, quello di Sartre, Aron e Foucault e il gruppo dei “nuovi filosofi” che hanno segnato la rottura con il pensiero marxista negli anni Settanta.[MORE]
A darne la notizia il figlio Raphaël, che sulla propria pagina Facebook ha annotato: «Il mio primo e migliore amico non c’è più. Ho avuto la fortuna incredibile di conoscere, ridere, dibattere, viaggiare, giocare, fare tutto e niente con un uomo così buono e formidabile. Ecco, mio padre è morto ieri sera».
Glucksmann, nato a Boulogne-Billancourt nel 1937 da una famiglia ebraica dell’Europa centrale e riparata in Francia durante il secondo conflitto mondiale, fu segnato come tanti altri bambini ebrei – per giunti orfani – dal Nazismo, costretti come lui a vivere in clandestinità ai tempi dell’Occupazione tedesca. «Prima di essere intellettuale, sono e resto un bambino», scriveva nell’autobiografia Une rage d’enfants (Plon, 2006), in cui si definiva un bambino arrabbiato.
La rottura con il marxismo risale al 1975, anno della pubblicazione del saggio La cuoca e il mangia-uomini: sui rapporti tra Stato, marxismo e campi di concentramento (Edizioni L’erba voglio), che ha venduto decine di migliaia di copie, avviando l’epoca delle grandi denunce contro i regimi totalitari di sinistra.
Negli anni Novanta il filosofo ha levato la sua voce contro il “pacifismo”, schierandosi apertamente a favore dell’interventismo, in Libia come in Siria, in nome dei diritti umani. Quanto agli ultimi anni, nel 2007, la decisione di sostenere il candidato alla presidenza della Repubblica Nicolas Sarkozy, gli ha attirato numerose critiche da parte degli intellettuali che si sentirono per questo traditi. Glucksmann ritornò sui suoi passi nel 2012, ammettendo la propria delusione in una lunga intervista rilasciata a Libération, nel corso della quale aveva dichiarato di non aver condiviso molte scelte del presidente Sarkozy, riferendosi in particolare alla sua posizione nei riguardi degli immigrati: «Sarkozy è una persona simpatica – aveva asserito – ma tengo di più al mio spirito critico».
Domenico Carelli
(Foto: lemonde.fr)