Cronaca

Morto Don Gallo, il prete delle anime fragili

GENOVA, 22 MAGGIO 2013 - Don Andrea Gallo è morto. La notizia della sua scomparsa è stata comunicata da Domenico Chionetti, portavoce della Comunità di San Benedetto al porto nel primo pomeriggio. Il prete, nato a Genova il 18 Luglio del 1928 avrebbe festeggiato a breve 85 anni. Amatissimo dai giovani, ha dedicato la sua vita alla preghiera, alla lotta contro ogni tipo di discriminazione e al recupero di tante anime fragili.

La notizia della morte è stata poi annunciata su Twitter con un tweet:
"Alle ore 17.45 il cuore di Don Andrea Gallo ha cessato di battere, la comunità S.Benedetto e idealmente voi tutti siamo stretti intorno a lui" a cui hanno fatto seguiti tantissimi messaggi di affetto per il prete dei poveri.

Nel web sono migliaia i messaggi di cordoglio e dolore per la morte di Don Gallo, ricordato da tutti come un prete forte, controccorente; un uomo di Dio che ha trascorso buona parte della sua vita ad occuparsi dell'esistenza degli ultimi, degli emarginati della società. Un uomo che ha sempre teso la mano a qualsiasi persone ne avesse bisogno senza fare mai alcun tipo di classificazione.

Don Gallo ha sempre detto: "chi riconosce l'appartenenza alla famiglia umana come fa a non aprire le porte? Poi io come cristiano come faccio a non essere accogliente? Io ti accolgo come sei, come persona, perché anche prima di essere maschio, femmina, omosessuale o straniero, uno è persona".

Un prete "moderno", icona di svariate lotte e movimenti e a tratti scomodo. Molto scomodo per la Chiesa cattolica. Lui stesso, infatti, si è sempre descritto come un prete "con un piede sulla strada e uno in chiesa". Quella strada che più volte ha percorso, vissuto e in buona parte sconfitto. Quella strada da cui ha salvato tantissimi tossici, poveri, prostitute, trans a cui ha aperto le porte della sua comunità di San Benedetto e del suo cuore.

Tante le provocazioni fatte nel corso dei suoi anni: tra tutte ricordiamo quando nel salone di rappresentanza di Palazzo Tursi si è fumato uno spinello oppure quando mesi fa auspicava la possibilità di un prete omosessuale per il futuro della Chiesa cattolica italiana. Proprio verso la condizione degli omosessuali ha sempre lottato sottolineando a gran voce che "l'omosessualità è un dono di Dio e che nei 4 Vangeli non vi è una sola parola di condanna".

La sua voce e i suoi pensieri non ci lasciano in questo tragico giorno. Sono e saranno per sempre con noi: chiari, precisi ed indelebili nelle svariate opere che ha pubblicato, tra cui ricordiamo "L'inganno Droga", "Il prete del marciapiede", "Io cammino con gli ultimi".

Emanuele Ambrosio

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