E' caccia aperta in tutta la Regione ai basisti della banda di albanesi delle rapine in villa
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GENOVA, 03 LUGLIO 2012- Ora che, grazie all’attento e prezioso lavoro degli investigatori del Commissariato di Polizia di Chiavari e della Squadra mobile della Questura di Genova, sono stati assicurati alla giustizia i quattro componenti del feroce commando albanese responsabile negli ultimi mesi di una serie di violente rapine in villa tra Genova e Chiavari, ma non si esclude che abbiano operato pure nel Ponente della Regione, è caccia aperta lungo l’arco di costa che va dalla Spezia a Ventimiglia ai basisti ed ai fiancheggiatori della banda cioè a coloro che avevano il compito di fornire indicazioni sui bersagli da colpire e di coprire la fuga dei rapinatori. Gli inquirenti sono convinti che in Liguria ci siano, a piede libero, ancora uno o due soggetti, connazionali dei banditi, che avevano per l’appunto questo compito. Considerato che i quattro giovani arrestati, hanno tutti tra i venti ed i trent’anni, sinora non hanno parlato si sta puntando ad individuarli usando tecniche investigative tradizionali partendo, per l’appunto, dall’ipotesi che anch’essi siano di origine albanese. [MORE]
Da un po’ di mesi la banda proveniente da Oltre Adriatico operava in Liguria e già aveva compiuto diverse rapine, terrorizzando le vittime,a Genova, specialmente nei quartieri collinari, dove i poliziotti della questura ne hanno appurato la presenza a Giugno in due alberghetti di Sampierdarena, il Fiorita ed il Modena. Sono stati però gli ultimi colpi, effettuati in ville isolate del Chiavarese, a Caperana e Leivi, a segnare il destino della banda. Poche ore dopo il colpo nella villa del bancario in pensione Paolo Pulvirenti, infatti, i tutori dell’ordine arrestarono Alfred Meci mentre stava cercando di fuggire correndo tra le fasce della bassa Valle Entella. Poco dopo in un canneto fu catturato lo smilzo del commando, Eglisen Tola.
Il giorno dopo, mentre dalla stazione del capoluogo del Tigullio in treno stava cercando di raggiungere un rifugio sicuro a Milano, le manette tintinnarono ai polsi di Nik Baja mentre è di soli tre giorni fa la notizia della cattura nel porto di Brindisi, mentre insalutato ospite cercava di imbarcarsi alla volta dell’Albania, del capobanda, quell’Augustin Cani temuto per la sua ferocia dai connazionali immigrati in Liguria. Cani appartiene ad un pericoloso clan mafioso omonimo che controlla i traffici illegali in Albania in una cittadina vicino a Durazzo. Cani per poter abbandonare la Regione, nonostante l’imponente caccia all’uomo organizzata da Polizia e Carabinieri, doveva per forza contare sull’aiuto di qualcuno, magari incensurato. Ora è caccia aperta per individuarlo anche se nel frattempo i liguri, grazie al lavori degli investigatori, possono tirare un sospiro di sollievo.
Sergio Bagnoli