Cronaca

Due casi di presunta ebola nella capitale. Ma è un falso allarme

ROMA, 9 OTTOBRE 2014 - Uno è un nigeriano rientrato in Italia. L'altro, un medico di Emergency tornato da poco dalla Sierra Leone. I due sospetti casi di ebola sono stati visitati, sottoposti ai test e, infine, smentiti. E Roma tira un sospiro di sollievo.
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Dopo il decesso negli USA e il caso mondiale di Excalibur, il cane soppresso dell'infermiera spagnola contagiata, il pericolo ebola sta allarmando sempre di più l'Europa. Nella capitale, attimi di terrore durante le visite di accertamento dei due possibili contagi, entrambe ricoverate presso l'Istituto nazionale Malattie Infettive "Lazzaro Spallanzani". Uno è nigeriano, rientrato dall'Africa: la sua non è ebola ma una particolare forma di malaria. L'altro, un medico volontario rientrato da una delle zone più colpite dalla malattia: la Sierra Leone. Marchigiano, 53 anni, è risultato negativo fin dai primi test. Intanto Emergency avverte che un altro professionista, originario dell'Uganda, ha contratto il virus in Sierra Leone: "Il nostro collega ha iniziato il trattamento presso il Centro di Lakka ed è in condizioni stabili. È stato trasferito in Germania per proseguire le cure".

L'Italia, quindi, sembra ancora non essere stata colpita dal virus che è stato identificato come responsabile dell'epidemia in Africa. Le misure precauzionali non sono mai abbastanza: pare che l'infermiera 44enne contagiata in Spagna abbia seguito quasi alla perfezione l'iter di sicurezza. Ma, allo stesso tempo, l'allarmismo è inutile e controproducente, come ricorda il figlio del medico di Emergency: "non bisogna creare allarmismo. Sento mio padre tutti i giorni al telefono. Sì, è ricoverato, ma sento che sta bene".

Fonte immagine: ilgiornaledellaprotezionecivile.it

 

Elisa David