Editoriale
Dubbi su Babbo Natale?Ecco cosa fare con i vostri figli. (Aspettiamo le vostre esperienze)
MILANO, 22 Dicembre 2011 - Mamme, papà. Questo articolo è indirizzato proprio a voi. Avete in casa un bambino di 9-10 anni che crede ancora a Babbo Natale? Bene, è arrivato il momento di stare molto attenti. È proprio a questa età, infatti, che i vostri figli inizieranno a fare domande, a essere dubbiosi e forse capiranno il famigerato segreto e la bugia. A questo punto le strade sono due e completamente opposte: continuare a far credere al piccolo l’esistenza del signor in rosso fino a quando non capirà da solo che era tutta una farsa, oppure spiegargli che chi porta i doni a Natale sono la mamma e il papà. A questo punto, però, si potrebbe provocare un grave trauma psicologico nel ragazzino. [MORE]
Questo passaggio, infatti, è quello che introduce nel mondo degli adulti, dove non c’è spazio per la fantasia e per l’immaginazione e in cui, molto spesso, le bugie regnano sovrane. Il bambino, quindi, potrebbe rigettare questo passaggio cruciale e non ammetterebbe che sta crescendo: accade al 50% dei piccoli, che spesso perdono la fiducia nei confronti dei genitori. E andare avanti troppo con la favola rischierebbe di emarginare vostro figlio dagli amichetti, disorientandolo ancor di più.
Se avete mantenuto viva la magia del Natale avete fatto benissimo! Lo spirito di questa festa non deve essere mai perso: è una gioia per tutta la famiglia, che rivede in queste piccole cose tutta la semplicità che non riesce mai a gustarsi durante il resto dell’anno. Ma se i bambini di oggi sono così svegli, come mai spesso non sono così intelligenti da fare due più due sulle impossibilità di Babbo Natale e a capire che non esiste? Perché vogliono credere a questa magia, perché è bella, perché si divertono. State attenti, però, alla loro furbizia e, soprattutto, non fate diventare il Natale il vostro divertimento.
Gérald Bronner, sociologo all’Università di Strasburgo, in un articolo uscito sulla rivista Le Scienze raccomanda “una rottura progressiva” che permetta al bambino di preparare il proprio sistema cognitivo ad affrontare la verità. Mai dire, dunque, la verità all’improvviso. «Questi miti – scrive – sono spesso percepiti come una bambinata senza importanza dai genitori che tendono a considerare Babbo Natale una tappa necessaria della crescita. In questo modo, però, sottostimano due aspetti: da un lato il fatto che questa tappa possa essere delicata nella costruzione del sé, perché non si tratta solo della scomparsa di una credenza, ma coinvolge la natura dei legami che il bambino intrattiene con le persone che gli stanno intorno e che gli hanno mentito. Inoltre, sottostimano le capacità logiche del bambino, mentre è proprio in qualità di piccolo essere razionale che il bambino aderisce a questo mito, incredibile agli occhi dell’adulto, ed è sempre come piccolo essere razionale che se ne sbarazza». Secondo l’esperto, che ha condotto una ricerca su 142 bambini, la credenza viene messa in dubbio da tre fattori: la dissonanza (la scoperta di falsi Babbi Natale come il papà travestito o il trovare dei regali nell’armadio ben prima dell’evento), la concorrenza ( i dubbi dei compagni), e l’incoerenza (come può un signore così vecchio fare il giro del mondo in una notte? E dove li mette tutti quei regali?). Il consiglio è quindi di instillare piano piano il dubbio sull’esistenza di Babbo Natale lasciando che faccia effetto senza insistere troppo.
E voi? Vi ricordate quando avete smesso di credere a Babbo Natale? Come avete deciso di comportavi con i vostri figli? Aspettiamo le vostre numerose opinioni, c'è spazio per tutti!
Stefano Villa