Droga e prostituzione influiranno sul Pil: scoppia la polemica, non solo tra i politici

ROMA, 23 AGOSTO 2014 - Secondo le nuove direttive del Governo Renzi, che si attengono alle regole stabilite dall'Unione Europea, ci sarà anche l'inserimento di alcune attività illegali nel calcolo del Pil, come ad esempio la prostituzione e la droga. Il direttore del dipartimento Istat, Roberto Monducci, a Rainews24, a seguito della notizia, ha dichiarato: "Non saranno queste le innovazioni che faranno crescere il Pil".

Secondo i Consumatori, è totalmente intollerabile calcolare illegalità nel Pil: "Rimaniamo interdetti di fronte al fatto che l'Eurostat abbia deciso, e che noi eseguiremo, di annoverare attività criminali come la prostituzione, il traffico di stupefacenti e il contrabbando tra le attività che contribuiscono al calcolo del Pil -ed aggiungono poi- è una trovata di cattivo gusto, che eleva le attività illegali in mano, il più delle volte alle mafie, al rango di produttrici di ricchezza nazionale".

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Sul fronte opposto è invece la posizione del Codacons: Per il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, "Chi critica tale provvedimento ha una concezione dell'Italia da paleolitico antico, e vorrebbe far rimanere indietro il nostro paese rispetto al resto del mondo. Contestare l'ingresso di droga prostituzione e contrabbando nel Pil vuol dire avere una idea bigotta e di estrema destra dell'economia e dei conti economici che, al contrario, oltre tali voci dovrebbero tener conto di tutta la ricchezza prodotta ed evasa al fisco".

Il Codacons, quindi, promuove a pieni voti l'inserimento di voci come droga, prostituzione e contrabbando nel calcolo del prodotto interno lordo: “Si tratta di una misura giusta da tempo richiesta dall'Europa e dalla comunità internazionale. Finalmente, grazie a questa novità, il dato relativo al Pil sarà pienamente attinente alla realtà dell'economia italiana e sarà superata quella ritrosia ipocrita di chi finge che voci come droga e prostituzione non esistano nel nostro paese".

Adele Consolo