Cronaca
Droga: Corbelli difende Padovano,"Richiesta condanna spropositata"
Cosenza, 29 ott. 2011 - Il leader del movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, difende Michele Padovano, giudica la richiesta del pm della Procura di Torino di 24 anni di carcere per l'ex bomber della Juventus e del Cosenza, "assolutamente ingiusta, spropositata, eccessivamente punitiva nei confronti di un ex calciatore che, afferma Corbelli, ho conosciuto e apprezzato negli anni della sua permanenza a Cosenza, per la sua semplicita', generosita', il suo altruismo. [MORE]
Anche se non lo sento e vedo da molti anni conservo sempre un ottimo ricordo di Michele Padovano, un amico e un bravo ragazzo, un campione dentro e fuori il campo, una persona pulita, semplice, un generoso, sempre pronto ad aiutare chi aveva bisogno. Per questo leggendo questa mattina della incredibile richiesta di condanna, addirittura 24 anni di carcere, sono rimasto letteralmente basito. Fermo restando il rispetto che si deve al lavoro dei magistrati e dei giudici, che ribadisco anche in questa occasione, non si puo' assolutamente restare silenti di fronte ad una condanna cosi' pesante. Voglio per questo testimoniargli tutta la mia solidarieta' e vicinanza nel momento piu' difficile e drammatico della sua vita. Oggi 24 anni di carcere non vengono richiesti e dati nemmeno per gli autori di crimini orrendi, per assassini rei confessi. Anzi sono tanti gli autori di delitti anche feroci che sono in liberta'.
Come si possono chiedere 24 anni di carcere per Padovano con l'accusa di traffico di droga? Lo hanno trattato peggio di un narcotrafficante! Un fatto inaudito. Padovano ha gia' pagato con molti mesi di carcere per un reato, che ricordo, ha sempre negato di aver commesso e che per difendersi dal quale ha scelto, al processo in Tribunale, il rito ordinario rinunciando al rito abbreviato e quindi allo sconto di un terzo della pena prevista! Una persona che sa di essere colpevole non farebbe mai una scelta del genere. Un vero suicidio giudiziario. Per lui del resto come per qualsisia indagato deve valere il principio di presunzione di innocenza. Mi auguro e confido - conclude Corbelli - che chi sara' chiamato a giudicare Padovano possa riconoscere la sua innocenza rispetto a quelle gravi accuse".