Economia
Draghi, "Economia reale ferma. Governi mantengano impegni risanamento"
BRUXELLES, 18 FEBBRAIO 2013 - Nel corso di un'audizione al Parlamento europeo, il presidente della Bce, Mario Draghi ha dichiarato, “All'inizio del 2013, nell'area dell'euro, si è registrato un'ulteriore debolezza dell'attività economica con la domanda interna che resta debole. La ripresa nel 2013 sarà molto graduale più avanti nell'anno”, evidenziando che, “Non c'è ancora un miglioramento dell'economia reale, sebbene ci siano segnali di stabilizzazione”.
Per Draghi, “Il 2013 è infatti iniziato in un contesto finanziario più stabile rispetto agli anni precedenti. E questo grazie alle riforme concertate e alle azioni decise dall'Ue. Ma servono ulteriori sforzi, anche importanti, affinché torni il clima di fiducia dei consumatori e degli investimenti nell'area dell'euro e la ripresa”. [MORE]
Inoltre, il presidente della Bce ha spiegato che “bisogna aspettare il passaggio all'economia reale, ma molto dipenderà dalle riforme strutturali e dal andare avanti nei risanamenti dei conti pubblici che devono essere portati avanti. Se i risanamenti dei conti pubblici nell'area dell'euro ''subiranno un rallentamento, questo si ripercuoterà sul costo del credito e quindi sul finanziamento alle piccole e medie imprese che sono dipendenti dal sistema bancario e che rappresentano il 75% dell'occupazione nella zona euro”.
Poi, Draghi ha puntualizzato, “Il tasso di cambio dell'euro non è un obiettivo delle politiche della Bce ma è importante per crescita e inflazione. Il consolidamento è necessario, sappiamo che ha effetti sulla contrazione economica a breve termine ma non si deve abolire o attenuarlo ma si possono mitigarne gli effetti, ad esempio costruendo un consolidamento basato meno sull'aumento delle tasse, che nella zona euro sono già molto alte”, aggiungendo che, “ L'inflazione annuale continua a moderarsi e scenderà sotto il 2% nel breve periodo”.
Infine, Draghi lancia un monito ai governi dell’Eurozona a mantenere gl’impegni presi sul risanamento dei conti pubblici, “per i Paesi che hanno un debito alto è inevitabile anche se ha effetti di contrazione nel breve termine. La questione chiave non è posporre il risanamento ma come mitigare gli effetti negativi: non bisogna attenuare il risanamento ma attenuarne gli effetti''. Il risanamento dei conti pubblici, deve essere basato di meno sull'aumento delle tasse. Le tasse nei Paesi della zona euro sono già molto elevate. Serve attuare le riforme strutturali in particolare sul mercato del lavoro e su quello dei prodotti”.
(fonte: Adnkronos)
Rosy Merola