Dopo il disastro, a Chernobyl un impianto per produrre energia pulita
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CHERNOBYL, 13 GENNAIO - Dare nuovamente vita all’area che sorge intorno alla centrale nucleare di Chernobyl, esplosa il 26 aprile 1986, è l’obiettivo delle 39 società coinvolte a livello mondiale e aiutate dal governo dell’Ucraina che stanno partecipando alla gara d’appalto per produrre energia pulita e ridurre la dipendenza dello stato dal gas russo. [MORE]
L’esplosione ha determinato quello che ancora oggi è ricordato come uno dei peggiori disastri chimici della storia e la chiusura per trent’anni dell’intera zona interessata dal disastro a causa delle radiazioni. L’idea è installare impianti solari entro trenta chilometri dall’impianto distrutto. Dal momento che il rischio contaminazioni rimane alto, agricoltura e industria non posso essere implementate. È per tale ragione che costruire pannelli solari che non richiedono la costante cura di personale rappresenta una delle possibilità di rinascita del luogo. I risvolti economici positivi sono diversi: l’intera area è ben esposta al sole e gli impianti potrebbero ricorrere alla rete elettrica della vecchia centrale nucleare che è ancora funzionante; senza contare che l’Ucraina, se riuscisse a produrre autonomamente parte dell’energia necessaria a soddisfare il fabbisogno nazionale, si affrancherebbe dalla dipendenza dal gas russo.
I Paesi che partecipano alla gara sono Cina, Germania, Irlanda, Danimarca, Austria, Bulgaria e Bielorussia, mentre 26 sono le imprese ucraine che gareggiano all’appalto. L'impianto proposto dai cinesi è il più grande: il piano prevede l’installazione dei pannelli solari su un’area di 2.500 ettari e a dieci chilometri dal punto in cui avvenne il disastro ma ancora all’interno dell’area ritenuta off limits dal 1986 e che rientra nel raggio dei trenta chilometri dalla centraòe. Dal momento in cui il nuovo impianto sarà applicato, sarà mi grado di produrre una capacità di 1.500 gigawatt di energia pulita all’anno. Per quanto riguarda gli altri progetti è bene ricordare che un gruppo tedesco vuole installare pannelli per 500 megawatt, mentre gli altri progetti si attestano su centrali da 20 megawatt.
La questione fondamentale rimane quella di osservare come verranno trattate le questioni legate alla sicurezza e al rischio di radiazioni, dal momento che il personale che si occuperà della costruzione dell’impianto e dei tecnici addetti alla manutenzione saranno esposti alla zone dell’esplosione della vecchia centrale.
Fonte immagine wired
Claudia Cavaliere