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Dopo gli Chef in TV ora è tempo per i Food Writers
Roma, 14 gennaio 2019 - Scrivere di cibo, provando a fare quello che oggi si chiama “Food Writing”, non è una cosa facile. Chi nel mondo del giornalismo e dell’informazione lavora in questo ambito, lo ha imparato da autodidatta, dato che questa è la via intrapresa da tanti degli operatori dell’informazione che fanno recensioni sul cibo, che segnalano locali oppure che promuovono sulla stampa le eccellenze dei nostri territori.
Da oggi però questa particolare sfida di scrittura può avere un riferimento. Si tratta del volume “Professione Food Writer. Ricettario di scrittura con esercizi sodi, strapazzati e à la coque” curato per i tipi dell’editore palermitano Dario Flaccovio Dario, da Mariagrazia Villa.
Il volume spiega che non basta saper scrivere per diventare un buon “food writer”, bisogna diventare compagni di viaggio del lettore e raccontare ed unire, in modo accurato, pertinente, coinvolgente ed eticamente anche creativo, quante più informazioni possibili su quanto ogni piatto rappresenta sia per il suo territorio, che per i suoi consumatori.
Ci vogliono pertanto stile e toni capaci di colpire l’attenzione del pubblico e, naturalmente, lasciare il segno. Il volume della Villa propone un percorso per provare a svolgere questo mestiere in modo professionale, consentendo di apprendere tecniche di scrittura fondate sulla propria passione per il cibo e la tavola, facendo così di questo ricettario di scrittura enogastronomica un interessante strumento per raccontare il settore, non solo in ambito editoriale e giornalistico, ma anche in quello prettamente turistico.
Tra simpatici esercizi ed una serie di preziose indicazioni e spiegazioni teoriche, questo volume propone anche un insieme di regole pratiche e concretamente applicabili per chi del “Food Writing” potrebbe provare a farne, se non un mestiere, almeno un’attività interessante.
Maurizio Lozzi