Politica

Dopo Adinolfi sarebbe toccato all'Onorevole Scajola da ministro sostenitore del nucleare

GENOVA, 12 MAGGIO 2012- E' finalmente giunta, dunque, la rivendicazione dell'attentato terroristico di lunedì mattina nel quartiere genovese di San Fruttuoso che ha avuto come vittima il dirigente di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi, gambizzato di prima mattina appena uscito dalla propria abitazione .L'ingegnere Adinolfi proprio ieri è stato dimesso dall'Ospedale San Martino del capoluogo ligure ove era stato ricoverato subito dopo l'attentato subito.

Quella stessa mattina, comunque, la cellula Olga della Federazione Anarchica Italiana ha spedito con destinataria la redazione centrale del più diffuso quotidiano italiano, e cioè il Corriere della Sera di Milano, la propria rivendicazione in cui si definiva Adinolfi come " uno dei tanti stregoni dell'atomo". La lentezza del Servizio postale italiano, la rivendicazione è stata spedita con posta ordinaria, ha fatto sì che gli inquirenti la potessero avere tra le mani solamente ieri, giorno di recapito presso la Redazione di Via Solferino nel capoluogo lombardo. Tramontano definitivamente, con la pubblicazione della rivendicazione giudicata " altamente attendibile", tutte quelle suggestive ipotesi che erano state avanzate in un primo momento quali l'implicazione nell'attentato di non meglio precisate cosche criminali rumene o russe.[MORE]

Ciò che preoccupa maggiormente, ora, gli inquirenti del capoluogo ligure, competenti per territorio ad indagare è però il fatto che gli anarchici responsabili dell'attentato indichino in Adinolfi solamente il primo di una serie di sette obbiettivi umani da colpire per vendicare la reclusione in carcere di altrettanti anarchici greci, la più famosa dei quali è per l'appunto la celebre Olga cui è dedicata la colonna terroristica che ha agito a Genova. Sei, quindi, sarebbero gli attentati ancora da consumare contro altrettante personalità.

Tra di esse, in Procura a Genova ne sono pressoché certi, dovrebbe essere annoverato l'ex Ministro del Governo Berlusconi Claudio Scajola. Ligure di Imperia, come si ricorderà, Scajola dovette dimettersi da Ministro delle Attività Produttive all'indomani del famoso scandalo sulla casa di Via del Fargutale a Roma, secondo l'accusa compratagli in parte dalla celebre " cricca" di imprenditori che ruotava attorno al mondo dei " Grandi Appalti". Già nel passato, durante il secondo governo Berlusconi, Scajola fu costretto a dimettersi, allora era Ministro degli Interni cioè il responsabile dell'ordine pubblico in occasione del tragico G8 di Genova, a seguito di un antipatico giudizio espresso nei confronti del giuslavorista emiliano Mario Biagi da poco ucciso dalle Brigate Rosse.

Ora nei panni della vittima, quasi come in un' involontaria catarsi, si sarebbe venuto a trovare proprio Scajola che, da Ministro delle Attività Produttive, propugnò un ritorno dell'Italia al nucleare avvalendosi proprio della consulenza di esperti come Roberto Adinolfi. Ben presto ad Imperia, città ove Scajola e la sua famiglia risiedono, ed in cui l'ex Ministro conserva l'ufficio, potrebbero essere intensificati i controlli anti- terroristismo.

Sergio Bagnoli