Donna pakistana viene rifiutata da clinica privata e partorisce in automobile
Cronaca Campania

Donna pakistana viene rifiutata da clinica privata e partorisce in automobile

lunedì 14 febbraio, 2011

ARZANO – Due vite in pericolo per indifferenza, superficialità, probabilmente razzismo. Ad Arzano una giovane donna pakistana è stata respinta dal pronto soccorso ostetrico di una clinica privata, nonostante la bambina – Asia, ora in ottime condizioni – stesse già nascendo. Il medico del San Giovanni Bosco, ospedale dove la donna è stata poi soccorsa, ha rivelato, allibito, che il corpicino della neonata era scivolato in una gamba dei pantaloni della madre. [MORE]
Venerdì sera, verso le 23, Amana e suo marito Muhammad stavano cenando, quando lei si è accorta che le si erano rotte le acque. Con l’aiuto del vicino, che ha messo a disposizione la sua automobile e che li ha accompagnati in questa assurda avventura, si sono diretti di corsa alla clinica privata, dove la donna avrebbe dovuto partorire tre giorni dopo con un cesareo e dove prestava servizio anche la ginecologa che l’aveva seguita in gravidanza. Durante il tragitto verso la clinica, il parto comincia e – racconta il vicino di casa – già nell’automobile si potevano sentire le grida e il pianto della bambina. Al loro arrivo, ecco il tremendo e sbalorditivo rifiuto: i responsabili della struttura, sebbene questa fosse dotata di pronto soccorso ostetrico, negano assistenza alla donna, vietandole di entrare. Quindi la corsa contro il tempo al San Giovanni Bosco: “Pensavo che fosse ormai troppo tardi... ma se fossimo stati italiani...?”, commenterà successivamente, spaventato e amareggiato, il padre Muhammad. In ospedale la neomamma Amana e Asia hanno poi ricevuto le cure mediche cui avevano diritto: in seguito al parto in automobile la donna ha subito diverse lacerazioni; il medico che si è occupato della madre e della bambina ha dichiarato di non aver mai visto, in tanti anni di carriera, una vicenda così agghiacciante. La burrascosa prima notte di Asia si è rivelata a lieto fine, ma la negligenza della clinica privata di Arzano poteva distruggere un’intera famiglia. [A.M.]


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