Cronaca
Don Verzè, oggi le esequie. La cartella clinica al vaglio della Finanza
MILANO, 02 GENNAIO 2012- Si svolgeranno oggi i funerali di don Luigi Maria Verzé, il fondatore del San Raffaele, scomparso il 31 dicembre a causa di una crisi cardiaca. Il feretro, da questa mattina alle 9.30, fino alle 11.30 rimarrà nel Ciborio che si trova sotto il Cupolone con l'Angelo San Raffaele. Le esequie si svolgeranno alle 14.30 nel suo paese natale, Illasi (Verona), Chiesa parrocchiale di San Giorgio. La cerimonia sarà officiata da monsignor Giuseppe Zenti, vescovo di Verona. [MORE]
Successivamente, la salma sarà tumulata momentaneamente nella tomba di famiglia, sempre a Illasi, in attesa di sapere se verrà concessa l'autorizzazione necessaria per realizzare il sogno di don Verzè, ovverosia, quello di essere tumulato dietro all'altare della cappella della Madonna della Vita, all'interno del pronto soccorso del San Raffaele. Tuttavia, la scomparsa di don Verzè si intreccia con le tristi vicende giudiziarie legate ad un crac da 1,5 miliardi di euro del San Raffaele. A tal proposito, la Guardia di finanza ha proceduto ad acquisire la cartella clinica fotocopiando, su indicazione del pubblico ministero Luigi Luzi, tutti i dati.
Per placare le voci scaturite da questa decisione degl'inquirenti,il portavoce dell'ospedale, Paolo Klun, "È una prassi consolidata. Succede sempre per persone coinvolte in vicende finanziarie". Non è stata disposta, tuttavia al vaglio della Procura il testamento, il quale è stato sequestrato durante la raffica di perquisizioni che si sono susseguite all'arresto diPierangelo Daccò, considerato uno dei canali di distribuzione dei fondi neri. Probabilmente, tra le ragioni per cui si è proceduto a trattenere il testamento di don Verzè, sicuramente incide quella inerente alla procedura fallimentare, al fine di evitare che vengano sottratti alcuni dei beni facenti parte dell'eridità materiale di don Verzè.
Rimane l'eredità spirituale, purtroppo macchiata dalla voragine di debiti spaventosi, un suicidio, due arresti, avvisi di garanzia della Procura e presunti fondi neri all'estero. Davvero una triste vicenda ma, almeno per oggi, è giusto lasciare spazio alla pietas cristiana.
(Fonti: Il Corriere della Sera)
Rosy Merola