Cronaca
Don Seppia, comincia oggi il processo per abusi sessuali
GENOVA, 14 FEBBRAIO 2012 – Prende il via oggi a Genova il processo a carico di Don Riccardo Seppia, il sacerdote accusato di tentata violenza sessuale su minori, offerta plurima di droga anche a minorenni, induzione alla prostituzione. Il processo si svolgerà con rito abbreviato, il pm ha già avanzato la richiesta di condanna a 11 anni e 8 mesi mentre è notizia di oggi che nessuna delle vittime di Don Seppia si è costituita parte civile. Il sacerdote, arrestato nel maggio dello scorso anno, secondo la pubblica accusa che ha raccolto intercettazioni e testimonianze si riforniva a Milano di droga che poi offriva, in cambio di prestazioni sessuali, a ragazzi incontrati in locali frequentati da omosessuali o, addirittura, a ragazzi che frequentavano la Parrocchia di Sestri Ponente. Durante le indagini, oltre alle già citate intercettazioni telefoniche, sono stati presi in esame numerosi sms scambiati tra il parroco e le sue vittime e importanza notevole ha rivestito anche la testimonianza fornita da un chierichetto che ha avuto la forza ed il coraggio di raccontare le “ particolari attenzioni “ ricevute dal sacerdote. [MORE]
Altra importante testimonianza è quella fornita da un ragazzo albanese di 16 anni. Il giovane ha raccontato di aver ricevuto soldi e droga da Don Seppia in cambio di un rapporto sessuale che però non sarebbe mai stato consumato perché il sacerdote avrebbe disdetto per ben tre volte l’incontro con la presunta vittima. Il racconto del sedicenne è però apparentemente servito più alla difesa del sacerdote, rappresentata dall’avvocato Paolo Bonanni, che all’accusa stessa che ha provveduto a metterlo agli atti. L’avvocato difensore infatti ha sottolineato come il suo assistito non abbia materialmente compiuto nessun abuso sessuale sul minorenne ed ha messo in evidenza l’importanza del gesto dell’imputato che al momento dei fatidici incontri si sarebbe poi tirato indietro. Troppe però sono le intercettazioni telefoniche nelle mani dell’accusa che fanno emergere un quadro, al di là dell’episodio sopra citato, del tutto diverso. Il parroco che attraverso sms e telefonate ai suoi spacciatori chiedeva di procurargli “ ragazzini dal collo tenero “, “ preferibilmente quattordicenni “ e “ con problemi di famiglia”. L’inchiesta era partita da un indagine dei carabinieri di Milano su un presunto giro di droga spacciata in diverse attività del capoluogo lombardo come palestre, saune e locali frequentati da omosessuali. Nella rete degli inquirenti era finito anche il parroco di Sestri Ponente in qualità di frequentatore di quei luoghi e consumatore di cocaina. Come già sottolineato in apertura, nonostante le numerose prove raccolte, nessuna famiglia delle vittime si è costituita come parte civile nel processo. Richiesta invece avanzata da Marta Palazzi, tesoriere dell’Associazione Radicali Genova, in sostituzione del “ Comune di Genova “ in virtù del DL 267/2000 che consente ai liberi cittadini di costituirsi parte civile al posto degli enti locali quando questi rinuncino a farlo.
Daniela Dragoni