Domenica della Palme: Gesù cammina verso Gerusalemme
Parola e Fede Lazio

Domenica della Palme: Gesù cammina verso Gerusalemme

mercoledì 5 aprile, 2017

 Con la Domenica delle Palme ha inizio la settimana santa. Gesù fa il suo ingresso trionfale a Gerusalemme accolto dalla folla festante ma il suo passo è deciso fino al Golgota. Tanti saranno gli insegnamenti di questi giorni. Non fermiamoci ai riti esteriori. Trasformiamo ogni evento in grazia per noi, per i nostri fratelli.[MORE]


Vangelo (Forma breve Mt 27,11-54)


Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l'interrogò dicendo: Sei tu il re dei Giudei? Gesù rispose: Tu lo dici.

I sommi sacerdoti e gli anziani del popolo hanno condotto Gesù dinanzi al governatore Ponzio Pilato perché ratificasse la loro sentenza di morte e perché la facesse eseguire. Ponzio Pilato però non sa nulla delle loro intenzioni segrete e inizia il processo con l’intento di trovare un capo d’accusa che giustificasse una eventuale sentenza.
La domanda di Pilato a Gesù è diretta, immediata: “Sei tu il re dei Giudei?”. “Sei tu il Messia atteso dai Giudei?”. La risposta di Gesù si limita a confermare quanto Pilato ha detto: “Tu lo dici”; essa non è né smentita, né confermata.


E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti e gli anziani, non rispondeva nulla. Allora Pilato gli disse: Non senti quante cose attestano contro di te? Ma Gesù non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del governatore

Quando una accusa è falsa, si smentisce da se stessa. Tutte le accuse dei sommi sacerdoti e degli anziani sono false. Sono false perché nel Sinedrio nessuna di queste accuse era risultata vera. Per questo Gesù tace. Discutere in questo istante sarebbe stato semplicemente inutile.


Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta. Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba. Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?


Pilato sa che Gesù è innocente. Lo sa perché fino a questo momento nessuna accusa è stata provata. Fino a questo momento sono state tutte accuse infondate, false. Prova una seconda mossa. Sapeva che la folla era per Gesù. Pochi giorni prima lo aveva acclamato suo Messia.
Pilato è sicuro: tra un assassino e uno acclamato dal popolo come il suo Messia, tra uno che ha fatto il male e uno che invece ha fatto sempre il bene, la scelta di sicuro sarebbe caduta su Cristo Gesù. Pilato però non ha fatto i conti con il potere delle tenebre.
Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.
Pilato sa che Gesù è giusto. Sa che gli era stato consegnato per invidia.
Come i sommi sacerdoti hanno condannato Cristo Gesù per ragioni di volontà, così Pilato sarà costretto a condannare Gesù per ragioni di diplomazia. Sono queste ragioni che inquinano il mondo di male e lo precipitano nelle tenebre.

Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua.


Pilato è avvisato della giustizia di Gesù anche dalla moglie. Non sappiamo quale fosse stato il suo sogno. Una cosa però è certa: essa ne fu molto turbata, tanto turbata da intervenire in un processo per chiedere al marito di non avere nulla a che fare con “quel giusto”. Pilato non può più tornare indietro. La sua proposta era già stata fatta.

Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò: Chi dei due volete che vi rilasci? Quelli risposero: Barabba!


Non appena Pilato chiede loro formalmente di manifestare la loro scelta, la risposta fu una sola: Barabba.


Disse loro Pilato: Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo? Tutti gli risposero: Sia crocifisso!


Pilato ora vuole sapere che fare di Gesù chiamato il Cristo. Anche questa è una domanda da ingenuo. Più che da ingenuo è da vero stolto. Chi amministra la giustizia deve appurare la gravità della colpa e secondo la gravità della colpa applicare la pena. Lui invece cosa fa? Chiede ai nemici di Cristo la sorte futura di Cristo Gesù. La risposta non può essere che una sola: Sia crocifisso! Il tribunale non è una sala da gioco. La vita non è un dado che si getta a proprio gusto e piacimento. La vita è sacra.
Il tribunale è il luogo dove si amministra la giustizia. Il potere di giudice non si delega alla folla, alle masse, agli accusatori. È questa la grande stoltezza di Pilato.


Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, presa dell'acqua, si lavò le mani davanti alla folla: Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi!


Si scarica della responsabilità della morte di Gesù, la carica tutta sui sommi sacerdoti, sugli anziani e sulla folla.


E tutto il popolo rispose: Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli.


Tu, Pilato, non vuoi assumerti la responsabilità di questo sangue? Noi invece ce la vogliamo assumere tutta.


Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso.


Altra insipienza di Pilato. Sa che è giusto e lo consegna perché fosse crocifisso. Sa che è giusto e lo fa flagellare.

Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: Salve, re dei Giudei! E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.

Sputare sul volto di qualcuno è più che dichiararlo morto. È annullarlo dalla propria vita. È dichiararlo indegno della propria umanità. Gesù che si è fatto uomo per ridare a noi la vera umanità, dalla falsa umanità è dichiarato non degno di essere uomo.


Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra.


La crocifissione del Figlio di Dio, lui stesso Dio nella sua Persona e natura divina, è il momento più buio di tutti i secoli. È il momento in cui l’uomo ha deciso di prendersi la sua autonomia da Dio. Uccide Dio per non avere alcun Dio sopra di sé.


Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: Elì, Elì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? E Gesù, emesso un alto grido, spirò. Il centurione e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, sentito il terremoto e visto quel che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: Davvero costui era Figlio di Dio!


I fatti successi dopo la morte di Gesù rendono testimonianza alla verità di Gesù.
Chi rende testimonianza a Gesù Signore sono il centurione e i soldati che gli facevano la guardia.
Sono costoro che confessano che veramente Gesù è Figlio di Dio.
È questa la prima grande testimonianza resa a Cristo Signore dopo la sua morte.
Costoro si fermano ai fatti avvenuti: terremoto, apertura dei sepolcri, l’oscuramento del sole e altri segni.
Il Vangelo secondo Marco attribuisce la testimonianza del centurione al modo in cui Gesù è morto: da vero uomo di Dio, nella pace, nella preghiera, nel perdono, nel silenzio, nell’amore.
Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. 38Il velo del tempio si squarciò in due, dall'alto in basso. 39Allora il centurione che gli stava di fronte, vistolo spirare in quel modo, disse: "Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!". (Mc 15,37-39).

Don


Francesco Cristofaro


Autore
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