Cultura e Spettacolo

Domani al Teatro Marrana di Ricadi l' "Edipo Re" di Ulderico Pesce

RICADI (VV) - Domani 3 agosto, alle ore 21.00, presso il Tetro Marrana di Ricadi (località Capo Vaticano), andrà in scena il terzo spettacolo in programma previsto in cartellone dalla rassegna teatrale Capo Arte ovvero “Edipo Re – da Sofocle a Pasolini”, un allestimento di Ulderico Pesce, che si avvale della collaborazione di Maria Letizia Gorga e la collaborazione artistica di Anatolij Vasil’ev.

Lo spettacolo sarà interpretato da Maria Letizia Gorga, Maximilian Nisi e Ulderico Pesce, su musiche tradizionali dei popoli Arberesh, stanziati in Basilicata e Calabria, canti Grecanici del Salento e della tradizione pastorale lucana. Le rielaborazioni e la direzione musicale sono a cura di Stefano de Meo e Pasquale Laino, impegnati, rispettivamente, alle tastiere e ai fiati.[MORE]

Ulderico Pesce, affabulatore lucano che conserva la memoria della natura e della polis, recupera, attraverso il suo teatro d’impegno civile, il mito della tragedia di Sofocle e lo modernizza, innestando il tema della pastorizia su quello dell’identità e della memoria.
Questo Edipo Re narra di recupero del passato e identità storica, dove la tragedia di Sofocle, attraverso lo sguardo di Pasolini e la consulenza artistica del grande regista Anatolij Vasil’ev, assume i toni della narrazione in piazza, idealmente nell’ovile. Al pastore di Laio, che interpreta, Pesce affida il racconto della ricerca d’identità di Edipo, disegnando un cerchio di ferro, corde ed enormi campanacci.
L’Edipo di Sofocle ha inizio con la pestilenza che affligge la città. Laio, il re giusto, è morto da tempo e sembra che la sua memoria sia, in parte, svanita. Solo il ritorno di Creonte dall’oracolo di Delfi, dove è stato mandato proprio da Edipo per sapere cosa fare per stroncare i mali che hanno invaso Tebe, riporta l’attenzione su Laio, il re giusto.

Nella messa in scena di Ulderico Pesce, la morte di Laio, il re giusto, acquista una posizione centrale, tanto da iniziare con una sorta di “funerale” in suo ricordo. Ha inizio il male, dopo l’uccisione avvenuta proprio per mano di Edipo.
L’avvenimento sconvolge un ordine cosmico, in cui l’armonia tra uomo, natura e Dio era totale. E’ questo sconvolgimento, provocato inconsapevolmente da Edipo, che porta la tragedia.
La bara del re Laio sarà sempre in scena e diventerà il giaciglio su cui Giocasta si accoppierà con Edipo, senza sapere che l’ha generato. La stessa bara rappresenterà il luogo, dove il pastore rivelerà ad Edipo la sua vera identità e, quindi, il suo passato.
La bara assurge a simbolo di un passato e di un’identità, che l’uomo moderno non può fare a meno di recuperare. Nella struttura narrativa sofoclea l’uccisione di Laio passa quasi in secondo piano rispetto all’incesto.
In questa messa in scena, invece, riacquista importanza e centralità, rappresentando la fine di un “mondo armonico”. Con la morte di Laio, re giusto, capace di governare in sintonia con la natura e il mondo degli Dei, finisce “l’età dell’oro”, un’età arcaica di tipo contadina e pastorale, sconfitta e distrutta dal mondo razionalistico, “tecnologico” e moderno di Edipo.

Acquisto e ritiro biglietti presso:
Centro Congressi G.Berto
Via Provinciale Ricadi (VV)
dal lunedì al sabato dalle 11:00 alle 13:00
o direttamente al botteghino di Teatro Torre Marrana
un'ora prima dello spettacolo.
[è consigliato l'acquisto preventivo dei biglietti]
info e prenotazioni:
www.dracma.org info@dracma.org tel: 327 575 88 15