Cronaca
Domanda sui gay nel Progress test di medicina, insorge Arcigay: "Omosessualità vista come malattia"
ROMA, 16 NOVEMBRE - “Dunque vogliamo sapere, e lo pretendiamo: la comunità medica italiana ritiene ancora che l’omosessualità sia una malattia? Vogliamo sapere, che senso ha chiedere a dei futuri medici la stima dell’omosessualità nell’uomo? Viene anche chiesta la stima della eterosessualità dell’uomo? Perché è bene ricordare che eterosessualità e omosessualità sono entrambe varianti naturali del comportamento umano”. A scriverlo, postando il messaggio su Facebook, è Cathy La Torre, legale ed esponente di Sinistra Italiana e Arcigay. [MORE]
La Torre ha reagito così alla bufera scatenata da una domanda sull’omosessualità presente nel Progress test svolto dagli studenti universitari di Medicina in tutta Italia. "Quali delle seguenti percentuali rappresenta la migliore stima del verificarsi dell'omosessualità nell'uomo?", si legge nella prova. Parla di fatto di “gravità inaudita” il ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, che chiede venga anche sanzionato il responsabile. Il Progress Test 2017 è stato somministrato a 33.000 universitari iscritti a Medicina e Chirurgia (dal secondo anno in poi), per valutarne i progressi nell’apprendimento.
"Questa domanda è inserita nel contesto di un test su diagnosi, genetica, malattie e comportamenti da tenere dinnanzi a certe malattie”, scrivono su Facebook la La Torre e Marco Grimaldi, consigliere regionale di Sinistra Italiana. E aggiungono: "Pretendiamo una risposta dalla Conferenza dei Presidi delle facoltà di Medicina: perché questa domanda nel 2017? Non certo per rendere medici e scienziati persone migliori e con meno pregiudizi! Indignarci e chiedere spiegazioni è una delle poche armi nelle nostre mani”.
"Sembrerebbe che al Ministero qualcuno non sappia ancora che l'omosessualità è stata eliminata dalla lista delle malattie mentali da ormai 27 anni. Questo fatto grave deve essere chiarito al più presto”, commenta Michele Albiani, responsabile nazionale Diritti dei Giovani Democratici. Intanto, il ministro Valeria Fedeli affronta di petto la vicenda: “È francamente incredibile e a dir poco inaccettabile che l’omosessualità sia stata inserita nella categoria delle malattie. Mi auguro che la Conferenza dei corsi di laurea in medicina provveda a eliminare dall’elenco delle domande del Progress test quel vergognoso quesito, che le risposte a esso date non siano tenute in considerazione ai fini della valutazione del progresso nell'apprendimento di studentesse e studenti, e che il responsabile di quanto accaduto sia adeguatamente sanzionato".
"Il Progress test viene organizzato dalla Conferenza dei Presidenti dei Collegi didattici dei Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia delle università italiane e non ha nulla a che vedere - fanno sapere dal Ministero - con l’esame di Stato in Medicina, di cui responsabile è il Miur. È nato negli atenei italiani nel 2008 con l'obiettivo di monitorare, attraverso una serie di domande a risposta aperta, i livelli di acquisizione delle competenze effettivamente e progressivamente raggiunte da studentesse e studenti nel corso degli anni dell'iter universitario".
Claudio Canzone
Fonte foto: giornalettismo.com