Cronaca

Doina Matei: «Non sapevo di non poter usare Facebook». Procuratore chiede ripristino semilibertà

 VENEZIA, 03 MAGGIO 2016 - «Non sapevo di non poter usare Facebook e l'ho fatto per contattare i miei figli senza urtare alcuna sensibilità. Non userò più i social», sarebbero state queste le parole pronunciate oggi al Tribunale di sorveglianza di Venezia da Doina Matei, la donna romena che nel 2007 uccise con una ombrellata in un occhio Vanessa Russo, durante un litigio alla fermata della metro a Roma. La Matei avrebbe rilasciato dichiarazioni spontanee per riavere la semilibertà che le era stata revocata lo scorso 12 aprile per l'uso di Facebook, sotto pseudonimo. Il tribunale di sorveglianza di Venezia si è riservato di decidere sulla questione. [MORE]

La donna, detenuta nel carcere femminile dalla Giudecca, a Venezia, aveva postato delle foto che la ritraevano al mare durante le ore diurne di uscita dal carcere per recarsi a lavorare in una pizzeria come cameriera, scatenando polemiche.

Nel corso dell'udienza odierna, avvenuta a porte chiuse, il Pg a nome dell'accusa avrebbe dato il suo nullaosta alla revoca della sospensione.

Gli avvocati della donna, Nino Marazzita e Carlo Testa Piccolomini, rivolgendosi al giudice, avrebbero giustificato il comportamento della Matei parlando di un peccato di vanità. Inoltre, a sostegno della donna, i due legali, avrebbero prodotto numerose testimonianze e dichiarazioni scritte sul comportamento irreprensibile della donna nel suo iter carcerario tanto che non ha mai utilizzato in modo improprio neppure il cellulare di cui si era dotata.

«Il comportamento della magistratura veneziana di fronte ad una vicenda così delicata è stato esemplare. Confidiamo sull'apporto del Pg che ha detto che il comportamento di Matei 'non è un vulnus che interrompe il processo rieducativo e di recupero che Doina ha intrapreso da tempo con successo», queste le dichiarazioni dei due difensori di Doina Matei riportate dalle agenzie di stampa.

[foto: ilmattino.it]

Antonella Sica