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DL dignità: bocciati 180 emendamenti, oggi si vota sugli altri 670

ROMA, 24 LUGLIO – Tra gli 850 emendamenti alla legge di conversione del decreto dignità complessivamente presentati dai vari gruppi politici, 180 di essi non hanno superato il vaglio di ammissibilità nelle Commissioni Finanze e Lavoro della Camera. Si tratta dell’operazione, preliminare alla votazione di merito, attraverso cui si esaminano le proposte di modifica ai testi sottoposti all’Assemblea o ad una Commissione, per evitare che possano avere un oggetto estraneo alla materia trattata e per assicurarsi che abbiano una reale portata modificativa senza essere nel contempo contrastanti con deliberazioni già adottate. [MORE]

È stata innanzitutto bocciata la proposta a firma Lega a favore del mercato del vamping e delle sigarette elettroniche che avrebbe modificato la disciplina di vendita nazionale e transfrontaliera dei prodotti da inalazione senza combustione, dimezzando la relativa accisa ed eliminando l’imposta di consumo sui prodotti di tale settore. Tra le proposte della maggioranza, non ha passato il vaglio dell’ammissibilità neanche quella relativa alla possibile cancellazione delle tasse sull’acqua. Stop, inoltre, all’introduzione di una normativa sul salario minimo: la proposta avanzata dal PD a prima firma Gribaudo è stata bocciata per estraneità di materia, ma per lo stesso motivo è stata respinta anche un’analoga proposta di Fratelli d’Italia, a prima firma Rizzetto.

Su alcuni emendamenti sono tornate ad accendersi forti discussioni all’interno del fronte dem, inducendo i vertici del PD a cambiare in corsa la propria linea e ritirare, in particolare, quella proposta – molto contestata dall’ala sinistra del partito – che puntava ad affossare le norme del DL che prevedono un possibile aumento dell’indennità risarcitoria per i lavoratori illegittimamente licenziati (fino ad un massimo di 36 mesi rispetto ai 24 del Jobs Act). Al termine di un lungo dibattito interno, infatti, sembra essere tornato il sereno e la pace è stata sancita dal Segretario Martina: “Abbiamo l’obiettivo preciso e condiviso – ha affermato – di rafforzare le indennità di disoccupazione al crescere dell’anzianità del lavoratore, senza penalizzare le assunzioni dei giovani. È chiaro quindi che alcuni emendamenti PD saranno come sempre riorganizzati e superati dalle prossime ore in funzione di questi principi”.

In attesa dell’eventuale approvazione degli emendamenti che hanno invece passato il vaglio di ammissibilità, la struttura del disegno di legge resta ancorata ai punti cardine del decreto dignità. È prevista una riduzione del limite massimo di durata dei contratti a termine da 36 a 24 mesi ed ogni rinnovo a partire dal secondo avrà un costo contributivo crescente dello 0,5%; inoltre, sono ridotte da 5 a 4 le possibili proroghe. Per le aziende che hanno ricevuto aiuti di Stato legittimi e che delocalizzano le attività prima che siano trascorsi 5 anni dalla fine del periodo di investimenti agevolati, arriverebbero sanzioni da 2 a 4 volte il beneficio ricevuto ed anche quest’ultimo dovrebbe essere restituito, con interessi maggiorati fino a 5 punti percentuali. È prevista poi una norma di “salvataggio” per le maestre non laureate ma con diploma magistrale conseguito prima del 2001-2002, le quali potranno comunque insegnare a dispetto della decisione del Consiglio di Stato del dicembre 2017 che le escludeva dalle graduatorie ad esaurimento. Resta ancora ben saldo, infine, il nucleo centrale della discussa norma sullo stop totale agli spot sul gioco d’azzardo, che dal 2019 scatterebbe anche per le sponsorizzazioni e per tutte le altre forme di comunicazione, comprese citazioni visive ed acustiche e la sovraimpressione di nome, marchio o simboli.

Sono dunque attese le operazioni di voto sulle 670 proposte di modifica giudicate ammissibili, a partire dal pomeriggio di oggi, presso le varie commissioni competenti per materia. Dopo la decisione sugli eventuali ricorsi contro le dichiarazioni di inammissibilità, si passerà agli step successivi: il testo definitivo, comunque, è atteso dall’Assemblea di Montecitorio giovedì 26 luglio per l’avvio della discussione generale.

 

Francesco Gagliardi

 

Fonte immagine: newslocker.com