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ROMA, 10 FEBBRAIO 2016 – Importante passo avanti nello studio e nella cura dei disturbi alimentari. Infatti, l’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche di Catanzaro e Milano, avvalendosi anche della collaborazione dell’Associazione Ippocampo di Cosenza, ha sviluppato un algoritmo in grado di distinguere coloro che sono affetti da bulimia e anoressia da coloro che invece non lo sono.
Tutto ciò è stato reso possibile dalla particolarità di questi disturbi, i quali non solo sono di natura psicologica, ma anche caratterizzati da piccoli danni neuronali osservabili attraverso una risonanza magnetica dei pazienti. In questo modo, i ricercatori che si sono occupati di questo importante studio, pubblicato su Behavioural Neurology, hanno accoppiato le immagini anatomiche dei pazienti al neuroimaging attraverso le potenzialità dell’intelligenza artificiale, riuscendo così a creare un metodo che fosse in grado di stabilire, con grande anticipo, se una persona fosse affetta da DCA (disturbi comportamentali dell’alimentazione).
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Per poter verificare la corretta efficacia di questo strumento, sono state selezionate 17 donne di età compresa tra i 18 e 40 anni, di cui una parte era affetta da una forma lieve di DCA, mentre l’altra era composta da soggetti “sani”. Alla fine, lo studio ha rilevato come nell’80% dei casi l’algoritmo fosse riuscito a distinguere in maniera corretta i pazienti sani da quelli affetti da disturbi alimentari. Antonio Cerasa, dell’Ibmf-Cnr di Catanzaro, pur mettendo in evidenza le potenzialità di questo strumento, ha anche dichiarato che «siamo ancora in una fase sperimentale e per poter applicare questa metodologia in ambito clinico è necessario testarlo su un campione più vasto, rappresentativo di tutte le classi diagnostiche della DCA». In ogni caso, si tratta davvero di un’importante passo in avanti.
(FOTO: benessereblog.it)
Alessio Crapanzano