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(D) istruzione: "Non è mai troppo tardi" per la polemica!
17 aprile - Nel lontano1886 De Amicis scrisse un libro intitolato “Cuore”, una storia ambientata subito dopo l’Unità d’Italia, palpitante di amor patrio, di rispetto per le idee altrui, di moralità. Ebbene, da poco abbiamo festeggiato il 150 ̊ anniversario dell’unità nazionale, ma dove sono finiti oggi i valori d’un tempo? Le menti dei bambini del 2011 vengono bombardate dai reality e da pubblicità imbarazzanti anche per noi adulti. Le radici del Bel Paese si sono forse inaridite? Cos’è rimasto della cultura italiana, o meglio, dov’è finita?[MORE] Poche settimane fa l’ultima offesa alla dignità dei lavoratori onesti. Uno spot di canale5 così pubblicizzava il suo prossimo reality: «Sei un insegnate precario della scuola? Sei disoccupato? Vuoi rimetterti in gioco e fare qualcosa di diverso? Contattaci, puoi vincere dieci anni di stipendio». L’invito era diretto ai docenti precari ‒ grazie ai tanti tagli fatti di recente nella scuola pubblica ‒ che dovevano istruire gli ex concorrenti-somari della storia dei reality, in modo da renderli in grado d’affrontare dei quiz . Al vincitore dello show ben 150.000 euro, una somma veramente allettante, pari a ben “Dieci anni di stipendio” di un normale insegnante. Il programma avrebbe dovuto chiamarsi “Non è mai troppo tardi”, ma fortunatamente non andrà in onda, almeno secondo le ultime indiscrezioni. Infatti, è bastato il solo annuncio a scatenare una bufera di polemiche da parte dei sindacati della scuola; “Gilda”,ad esempio, aveva definito la trasmissione una sorta di “gratta e vinci che cavalca la disperazione dei docenti precari”. E il Coordinamento precari scuola, ha spiegato che in questo modo gli insegnanti supplenti vengono trasformati in “fenomeni da baraccone”, ma “la dignità del personale docente precario della scuola, tanto più se disoccupato, non è in vendita”. Giustamente, i docenti precari si sono sentiti offesi ed hanno definito tale iniziativa “scandalosa, interpretandola come una speculazione sui loro problemi lavorativi, nonché una spettacolarizzazione di un vero dramma, acuita dal taglio triennale di circa 80mila cattedre in tre anni imposto dal Governo”. Risultato? Programma archiviato. Ma le polemiche non si fermano. Le frasi che continuano a infiammare gli animi sono quelle di Silvio Berlusconi, non nuovo nei suoi interventi contro la scuola pubblica. Se ricordate, già due mesi fa aveva pronunciato testuali parole “Ci sono insegnanti che vogliono inculcare principi che sono il contrario di quelli dei genitori". Ieri, il presidente del Consiglio ha ribadito il concetto, intervenendo a un convegno organizzato a Padova dall’Associazione Nazionale delle Mamme: “Cerchiamo di essere un governo amico delle donne, soprattutto delle mamme. Per questo abbiamo fatto leggi che puniscono severamente la violenza sessuale, abbiamo introdotto il reato di stalking, tutelato la famiglia con i bonus bebè, ma anche la riduzione dei costi scolastici e il bonus per la scuola privata, perché i genitori possano scegliere liberamente quale educazione dare ai loro figli. E sottrarli a quegli insegnanti di sinistra che nella scuola pubblica inculcano ideologie e valori diversi da quelli della famiglia”. Chissà, forse anche leggendo le pagine del caro, vecchio libro “Cuore” vedrebbe nella penna “rossa” della supplente del maestro Perboni... una traccia comunista!
Tiziana Marzano