Cronaca
Disordini Casal Bruciato: la Procura di Roma indaga per istigazione all’odio razziale
ROMA, 10 MAGGIO – La Procura della Capitale ha preso la decisione di aprire un fascicolo d’inchiesta, che al momento non contiene indagati, in merito ai fatti di Casal Bruciato, quartiere di Roma in cui un gruppo di manifestanti ha cercato di impedire ad una famiglia di origine ed etnia rom di prendere possesso di un alloggio popolare regolarmente assegnato dal Comune. A tal proposito, il Procuratore aggiunto Francesco Caporale ed il sostituto Eugenio Albamonte hanno ipotizzato il reato di istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, considerando anche che i membri della famiglia coinvolta sono stati ricoperti di pesanti insulti da parte dei rimostranti.
Un video registrato e pubblicato dall’agenzia di stampa Dire, in particolare, documenterebbe con evidenza i fatti, le maniere e le parole forti utilizzate dai manifestanti, alcuni dei quali potrebbero essere identificati proprio grazie a questa e ad altre riprese analoghe. Molti dei partecipanti alla protesta collettiva esponevano e brandivano bandiere recanti i simboli di Casapound, ma chi fra essi è stato ritenuto vicino al partito di matrice neofascista ha negato di aver pronunciato insulti, minacce sessiste o parole di scherno o di avere istigato alla violenza.
Sui fatti di Casal Bruciato, poi, nella mattinata di oggi era stato presentato in Procura da Simone Sapienza, segretario dei Radicali della Capitale, accompagnato da Carlo Stasolla – presidente della onlus “21 luglio” – e Valentina Calderone dell’associazione “A Buon Diritto”, insieme all’avvocato Francesco Mingiardi, candidato di +Europa nella circoscrizione centro. “Denunciare ciò che è accaduto a Casal Bruciato, con riferimento anche agli altri episodi analoghi verificatisi nei mesi scorsi, ci sembrava l’unico modo per tentare di fermare questa spirale di violenza spaventosa e gratuita che si sta ingigantendo nella Capitale – ha spiegato Simone Sapienza – e noi faremo tutto il necessario per impedire che si continuino a perpetrare istanze razziste e xenofobe sulla pelle di persone indifese, senza che nessun altro muova un dito per evitarlo. Quello che è successo non può passare sotto traccia, non è più possibile girarsi dall’altra parte”.
A Piazzale Clodio, inoltre, è giunta un’informativa della Digos che dovrebbe riguardare gli attivisti che hanno preso parte alla manifestazione di Casal Bruciato, mentre la Questura ha acquisito le videoriprese già diffuse sul web, al fine di identificare con precisione gli autori delle condotte potenzialmente rilevanti. In effetti, se fosse confermata l’ipotesi del reato di propaganda ed istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, potrebbero scattare le sanzioni previste dall’art. 604 bis del Codice Penale, ovvero la pena della reclusione da sei mesi a quattro anni.
Anche oggi la zona di via Satta, teatro della contestazione, è stata presidiata dalle forze dell’ordine, ma non sono state segnalate altre tensioni. Il procedimento avviato dalla Procura viaggerà in parallelo con quello aperto poche settimane fa in merito ai disordini avvenuti a Torre Maura, laddove circa 200 abitanti della zona – supportati anche in questo caso da militanti di organizzazioni di estrema destra – hanno occupato alcune strade per protestare contro il trasferimento di famiglie rom in un centro di accoglienza locale.
Francesco Gagliardi
Fonte immagine: internazionale.it