Economia
Disoccupazione record: 12,8% ai massimi dal 1977. Senza lavoro il 41,9% dei giovani
MILANO, 31 MAGGIO 2013 – Nessuno spiraglio di miglioramento emerge dai dati sulla disoccupazione diffusi questa mattina dall’Istat. Dati che rivedono in negativo i già critici dati del mese di marzo. Infatti, secondo le rilevazioni Istat, nei primi tre mesi dell'anno il tasso di disoccupazione (non destagionalizzato) è salito al 12,8% , il livello più alto dal primo trimestre del 1977 (+1,8 punti sul 2012).
Su base mensile – ad aprile - l’Istituto di Statistica ha registrato che la percentuale dei senza lavoro si porta al 12% (+0,1 punti rispetto a marzo, +1,5 punti sul 2012), toccando – anche in questo caso - un nuovo massimo storico, ovverosia «il livello più alto sia dall'inizio delle serie mensili (gennaio 2004) che da quelle trimestrali, avviate nel primo trimestre 1977». [MORE]
Nello specifico, la disoccupazione - ad aprile - ha superato quota 3 milioni, sfiorando la soglia dei 3milioni 83mila unità. Tuttavia, lo scotto più alto – come al solito – lo pagano i giovani: il tasso di disoccupazione dei 15-24enni ha superato la soglia del 40% volando a quota 40,5%, ma sale al 41,9% su base trimestrale (anche in questo caso si tratta del livello più alto dal 1977). In sintesi, tra 15 e 24 anni, sono 696mila unità (+65mila rispetto a un anno prima) le persone in cerca di lavoro, pari all'11,5% della popolazione di questa fascia di età (12,8% per i maschi e 10,2% per le femmine).
In particolare, il tasso di disoccupazione maschile aumenta per il sesto trimestre consecutivo portandosi all'11,9%; mentre quello femminile - in salita per l'ottavo trimestre – si porta al 13,9%. Sotto il profilo territoriale: «Nel Nord l'indicatore passa dal 7,6% del primo trimestre 2012 all'attuale 9,2%, nel Centro dal 9,6% all'11,3%. Nel Mezzogiorno l'indicatore raggiunge il 20,1% (era il 17,7% nel primo trimestre 2012)».
Infine, riguardo agl’occupati, si contrae il numero delle persone con un lavoro a tempo pieno (-3,4%, pari a -645.000 unità rispetto al primo trimestre 2012), che in circa metà dei casi riguarda i dipendenti a tempo indeterminato (-2,8%, pari a -347.000 unità). Sale quello a tempo parziale che si porta al 6,2%, pari a +235.000 unità, ma - sottolinea l’Istat - la crescita riguarda esclusivamente il part time involontario.
(fonte: Istat)
Rosy Merola