Economia
Disoccupazione al massimo livello dal dopoguerra
I disoccupati dal 2007 ad oggi sono 17 milioni in più nell’area OCSE. Il tasso di disoccupazione è cresciuto dell’8,7%, il massimo dal dopoguerra. I dati sono preoccupanti, in parte consola la considerazione che si è raggiunto un picco dal quale si può solo scendere.
La ripresa economica però è lenta e per riassorbire il numero di disoccupati ci vorranno degli anni.[MORE]
L'Employment outlook 2010 dell'Ocse, presentato oggi a Parigi, che sottolinea poi come questo calo del tasso di occupati sia stato di intensita' differente nei vari Paesi membri, in un modo che ''le differenze nella diminuzione del Pil lasciano in gran parte inspiegato''.
Il tasso è cresciuto in maniera disomogenea nei vari Paesi, a un estremo ci sono gli aumenti considerevoli di Irlanda (+8%) e Spagna (+10%), all'altro gli incrementi inferiori al punto percentuale di Germania, Austria, Belgio, Norvegia e Polonia. La perdita di posti di lavoro, rileva ancora l'Ocse, è stata "sproporzionatamente ampia per alcuni tipi di impiego e settori", come per esempio "l'edilizia, i lavoratori a termine e quelli con competenze basse, i giovani". Inoltre, cosa "inusuale", "l'occupazione è diminuita più tra gli uomini che tra le donne, probabilmente a causa della natura settoriale della recessione".
"Creare nuovi posti di lavoro dev'essere una priorità per i governi". Lo ha dichiarato il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria, presentando a Parigi l'Employment outlook 2010 dell'organizzazione. "Ridurre la disoccupazione e il deficit pubblico allo stesso tempo è una sfida notevole - ha aggiunto - ma dev' essere affrontata fin da ora. Nonostante i segni di ripresa nella maggior parte dei Paesi, rimane il rischio che milioni di persone possano perdere contatto con il mondo del lavoro. Una carenza di posti di lavoro elevata come quella attuale è inaccettabile, e va affrontata con una strategia politica ad ampio raggio".