Cronaca
Discorso Presidente Ordine Medici di Catanzaro all'assemblea annuale
CATANZARO, 8 MAGGIO 2013 - RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Colleghe e colleghi,
il rito annuale del nostro incontro concerne l’approvazione del bilancio consuntivo del 2012, il conferimento della medaglia per il raggiungimento dei quarantacinque anni di laurea ed il giuramento di Ippocrate da parte dei neo laureati. Sono passaggi inevitabili che congiungono generazioni diverse, ma sempre animate dalla stessa passione per la medicina e le sofferenze degli altri. Ringrazio quindi voi tutti e le vostre famiglie, per la vicinanza e l'attaccamento dimostrati con la vostra presenza all'annuale appuntamento dell'Assemblea ordinaria.
Mi piacerebbe ricordare, a me stesso prima, e a tutti noi, quale sia il ruolo dell’Ordine professionale: un organo di diritto pubblico, terzo e tecnico, finalizzato all’autoregolamentazione per il bene della cittadinanza, che svolge un ruolo insostituibile nella salvaguardia della salute pubblica e della professione medica.
L’articolo 32 della nostra Costituzione recita “la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
La professione medica, pertanto, è incentrata sulla tutela di un diritto inviolabile, che impone al medico di possedere e mantenere nel tempo i requisiti tecnici e deontologici necessari per renderlo idoneo a svolgere il ruolo che gli è proprio: anche la legge dello stato (138/2011) ha sancito che l’Ordine deve vigilare sulla formazione del medico, nonostante ciò fosse già previsto dal nostro Codice Deontologico. Pertanto è evidente che mediante l’obbligatorietà della formazione professionale l’Ordine, istituzionalmente, si rende garante della tutela della salute del cittadino sia in quanto tale sia in quanto facente parte della collettività.
Non vi è dubbio che il rafforzamento del ruolo del nostro Ordine professionale sia inderogabile, e sembrava ormai in via di approvazione il cosiddetto Balduzzi bis. La fine anticipata della precedente legislatura non ha consentito la riforma dell’ordinamento, delle funzioni e dei compiti della nostra istituzione professionale. In esso veniva rafforzato il ruolo di verifica della qualità della professione, e dei principi deontologici alla base di una eventuale azione disciplinare. Tali principi appaiono fondamentali per conferire con maggiore incisività all’Ordine quel ruolo di funzione ausiliaria dello Stato, di garanzia dell’interesse pubblico in merito alla tutela della salute. Inoltre lo ritengo un passaggio necessario e indilazionabile per garantire lo sviluppo della nostra professione e, più in generale delle professioni sanitarie, in sintonia con i grandi cambiamenti della medicina, della sanità e del nostro Paese.
Non è superfluo ricordare il momento di grande crisi economico-finanziaria di cui i primi segnali si percepivano già nel 2010. Tra gli elementi strutturali determinanti di tale emergenza vi è sicuramente il debito pubblico. Esso sfiora i duemila miliardi di euro, purtroppo con un trend in crescita, supera il valore del PIL, ed i costi dei suoi interessi consistono in ottanta miliardi di euro l’anno. Tale scenario, insieme ad altri aspetti che hanno ridotto la competitività del nostro Paese, precipitato quindi nella spirale della recessione, ha imposto al governo decisioni drastiche e terribili, che hanno colpito e ferito i ceti più deboli e quelli meno protetti della nostra società, e tra questi le speranze del futuro delle giovani generazioni, minando alla base il nostro sistema del welfare, che fino ad ora aveva rappresentato un modello da imitare.
Nella nostra sanità per effetto delle manovre finanziarie del 2011, del decreto salvaItalia e l’ultima spending-review, tra il 2011-2015 verranno tagliati 21 miliardi di euro. Anche se si dichiara di voler colpire i costi inefficienti, in realtà si tratta di veri e propri tagli lineari: da qui il motivo della protesta nazionale del 27 Ottobre scorso, cui ho partecipato insieme a tutti i Presidenti della FNOOM, per sottolineare la nostra ferma volontà di difendere il servizio sanitario nazionale dalla sottrazione di risorse fondamentali per la salute dei cittadini. Non vi è dubbio che anche gli aspetti economici e la buona gestione delle risorse fanno parte del nostro dovere etico, infatti siamo impegnati a rispettare l’appropriatezza, a ridurre gli sprechi e le inefficienze. Ecco perché il manifesto della protesta ribadiva “i tre principi, oggi fortemente messi in discussione, che saldano la nostra etica professionale a quella civile del nostro paese, identificata nell’articolo 32 della Costituzione: Indipendenza- Autonomia- Responsabilità, per garantire ai cittadini il diritto alla cura e ai medici il diritto-dovere di curare” .
Noi professionisti siamo coinvolti nella crisi economico-finanziaria del Paese pagando un contributo economico non indifferente con retribuzioni e sviluppi di carriere bloccate, riduzioni massicce del turnover e conseguente aumento dei carichi di lavoro. Purtroppo tutto ciò rappresenta solo la punta dell’iceberg di un più vasto e diffuso contributo che i medici versano alla crisi del servizio sanitario pubblico o, più esattamente alla sua sostenibilità. Infatti intendo dire che è difficile reggere servizi con risorse umane e materiali sempre meno adeguati; che le riorganizzazioni richieste dalle manovre di turno per inseguire il risparmio sono talora prive di una visione strategica che configuri assetti affidabili per un arco ragionevole di tempo. Mi riferisco anche alla sovraesposizione di responsabilità patrimoniali dirette in un esercizio professionale che privo di una moderna ed idonea definizione di colpa medica e sanitaria opera in organizzazione sanitarie che sempre meno possono permettersi interventi per garantire al meglio la sicurezza delle strutture, dei processi clinico-assistenziali e degli operatori stessi.
Ecco perché siamo fortemente impegnati a difendere ruoli, funzioni ed ambiti di competenza, ma soprattutto a promuovere innovazioni nella nostra cultura tecnico professionale, nella formazione universitaria e long-life, nella deontologia, nei modelli organizzativi del lavoro: il fine ultimo è sempre la salvaguardia della salute del cittadino, in nome di quella imprescindibile alleanza “medico-paziente” sancita dal nostro Codice Deontologico.
Questi principi dovevano rappresentare i pilastri fondanti del decreto Balduzzi, nato per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute. Indubbiamente esprimo soddisfazione a riguardo del riordino dell’assistenza territoriale che rende uniformi i nuovi modelli organizzativi e funzionali in ambito nazionale.
Infatti verranno adottate forme organizzative monoprofessionali denominate “aggregazioni funzionali territoriali”, nonché forme organizzative multiprofessionali denominate “unità complesse di cure primarie”. Il ridimensionamento della rete ospedaliera e l’aumento delle malattie croniche invalidanti, richiede necessariamente che venga attuato un assetto organizzativo adeguato, così come disegnato dalla legge in questione, non dimenticando nuovi e più attenti controlli di educazione alla salute e modelli di prevenzione.
Sono invece fortemente perplesso per quanto riguarda la risoluzione dei problemi riguardanti la colpa medica, il governo clinico e la libera professione intramoenia. Ci saremmo aspettati su tali importanti argomenti della nostra professione una migliore definizione della normativa che ci appare nebulosa e non esaustiva.
Un altro argomento sempre presente nel nostro dibattito è il rapporto tra Sistema Sanitario Nazionale (SSN) e facoltà di Medicina, considerato il loro ruolo ineludibile all’interno del sistema sanitario pubblico. Nel nostro paese vi sono 39 Facoltà mediche pubbliche e 4 private nelle quali si stima una popolazione in formazione di circa 160.000 studenti tra corsi medici, sanitari e di formazione specialistica. Inoltre, su 185.000 posti letto della rete ospedaliera per acuti, 30.000 sono affidati in convenzione all’Università. Da questi dati si evince l’imprescindibilità dell’integrazione tra i due sistemi che miri all’attuazione di una politica sanitaria di tutela della salute del cittadino. L’interpretazione è stata addirittura avallata da una recente sentenza della Corte Costituzionale che statuisce la compenetrazione tra la mission dell’Università, basata su formazione, ricerca ed assistenza e quella del Sistema Sanitario Nazionale che è prioritariamente assistenza e cure, ma anche ricerca e formazione. Inoltre, a breve, ci dovremo occupare del fenomeno relativo ai contratti di formazione specialistica, poiché il decreto del MIUR ha portato, già da quest’anno, a 5 anni le specialità mediche e a 6 quelle chirurgiche. Il risultato di tutto ciò sarà la riduzione di circa mille contratti di formazione, a fronte di esigenze sicuramente superiori. A mio avviso non è l’allungamento del tempo di specializzazione che assicura la formazione di un ottimo professionista, ma la garanzia risiede nella qualità del percorso. A questo proposito, siamo in dirittura d’arrivo nella costituzione dell’Osservatorio dei giovani medici, elemento qualificante del nostro programma ordinistico. Il nostro obiettivo è di assicurare ai giovani colleghi un supporto fattivo nella costruzione della loro identità professionale.
Il Codice Deontologico sul quale quest’anno i neo-laureati pronunceranno il giuramento verrà modificato. Abbiamo sempre detto che il nostro è un Codice in progress che si ispira ai mutamenti etici e civili della nostra società.
Infatti la bozza di revisione del testo istruita dalla Consulta, è stata già vagliata nel Comitato Centrale della FNOOMCeO. Gli Ordini provinciali la valuteranno, presenteranno le proprie osservazioni, quindi sarà convocato un consiglio nazionale ad hoc per l’approvazione.
Le molte problematiche sanitarie che dovranno essere affrontate dal nuovo governo avranno l’apporto competente del nostro Presidente della FNOOMCeO Amedeo Bianco, eletto senatore della Repubblica. A lui vanno i nostri sinceri auguri di buon lavoro, insieme al senatore della nostra provincia il collega Piero Aiello. Auspichiamo una convinta collaborazione tra tutti i colleghi presenti nelle due Camere affinchè si adoperino anche per la risoluzione degli annosi problemi che riguardano la nostra categoria.
A questo punto è doveroso e significativo ricordare
i colleghi che sono scomparsi nel corso dell'ultimo anno. Ascoltiamo in piedi i loro nomi, osservando un minuto di silenzio, associandoci al dolore dei familiari, mantenendo il loro ricordo oltre che nella mente, nel nostro cuore, rammentando le doti professionali ed umane. Filomena Amato, Francesco Astorino, Giuseppe Canino, Giovanni Ciancio, Bernardo Concolino, Enzo Consarino, Vincenzo Cristello, Antonio Falbo, Rosa Femia, Romano Gabriele, Paolo Grande, già consigliere segretario di questo Ordine, Raffaele Grande, Tommaso Greco, Matteo Merolla, Aldo Perri, Giuseppe Piroso, Francesco Praianò, Francesco Riitano, Franco Salerno, Eugenio Toraldo, Nicola Viscomi.
Anche quest’anno sottoporremo alla vostra attenzione il bilancio consuntivo del 2012, in quanto
il preventivo è stato opportunamente approvato, come per legge, a fine dicembre 2012. Anche per quest’anno la quota associativa è rimasta invariata e sono stati previsti, come di consueto, i corsi di aggiornamento per medici ed odontoiatri.
Ringrazio fin d’ora il tesoriere, dottor Puzzonia, per l’oculatezza dimostrata nella gestione economico-finanziaria dell’Ordine. Egli esporrà il bilancio, affinchè sia sottoposto all’approvazione dell’assemblea, con la chiarezza e competenza che lo contraddistinguono. Il bilancio è stato certificato dal collegio dei revisori, che ringrazio insieme al loro presidente dott. Colace, per il puntuale lavoro svolto. Il dottor Colace riferirà, quindi, in seno all’assemblea.
Ringrazio inoltre per l’operoso contributo tecnico nella redazione del bilancio la dottoressa Sandra Aloi e la signora Anna Briatico, responsabile amministrativa dell’Ordine.
Devo ancora una volta ribadire, con forza, il mancato coinvolgimento degli ordini professionali della Calabria, nei processi decisionali posti in essere dall’istituzione regionale. Avremmo collaborato, come sempre, con spirito propositivo, esperienza e capacità, in un momento così difficile per la sanità regionale, a causa delle costrizioni imposte dal piano di rientro e dal commissariamento, poiché siamo convinti che dalla conseguente sinergia di intenti possano realizzarsi modelli sanitari condivisi.
Mi riferisco, ad esempio, alla riorganizzazione della rete ospedaliera, ad una nuova politica del territorio, alla tanto discussa integrazione ospedale-università fino al raggiungimento dell’agognata azienda unica, alla ridefinizione giuridica del polo oncologico.
Invece, si sono susseguiti decreti, senza alcun confronto, come il 136/2011, che anziché realizzare servizi a favore dei cittadini, hanno evidenziato disfunzioni sempre più rilevanti, soprattutto nel Pronto Soccorso e nelle degenze dei reparti dell’ospedale “A.Pugliese”. Infatti per la carenza dei posti letto i medici non riescono a far fronte dignitosamente alle richieste di ricovero e devono lavorare in condizioni non consone alla dignità né del malato né degli stessi professionisti.
La politica sanitaria deve mirare a risolvere i problemi, valutando le idee e le proposte innovative da qualunque parte provengano, in quanto siamo interessati alla sanità quale strumento di confronto democratico, civile e sociale di tutta la popolazione, affinchè venga disegnato un modello organizzativo valido ed universale.
Siamo pronti in questo territorio a creare l’azienda unica ospedaliera-universitaria? Noi lo diciamo da anni, e lo abbiamo sempre proposto ai governi regionali, purchè vi sia pari dignità tra mondo universitario ed ospedaliero. Ciò migliorerebbe l'efficienza, l'economicità e la qualità dei servizi, ridurrebbe l'emigrazione sanitaria, nostro vero e proprio tallone d’Achille e, soprattutto irrobustirebbe la struttura ospedaliera ed universitaria, ponendo in essere una realtà meridionale così importante da sfuggire agevolmente ad ogni denegazione del diritto di completare la formazione specialistica dei giovani medici e stabilire il giusto aumento del numero dei posti per l'accesso alla facoltà di Medicina, combattendo le ridicole pretese campanilistiche di creare una nuova facoltà in altri territori della Calabria. Auspichiamo che i nostri interventi presso il Dipartimento della salute e la Direzione dell’ASP di Catanzaro sul riordino dell’assistenza territoriale (art.1 del decreto Balduzzi 158/2012) venga sollecitamente applicato, per determinare una politica sanitaria territoriale innovativa, che inverta il trend del passato, riducendo il ricorso inappropriato ai Pronto Soccorso degli ospedali, consentendo il trattamento medico dei cittadini sul territorio, durante l’intero arco della giornata.
Siamo impegnati con forza e determinazione perché si risolva una questione intervenuta in questi ultimi giorni a proposito dei medici fiscali dell’INPS. Non possiamo permetterci, in questo momento, né ridimensionamenti né, tanto meno, licenziamenti di alcun professionista. Abbiamo pertanto coinvolto la FNOOM, che è già intervenuta, e siamo quindi fiduciosi di giungere, a breve, alla risoluzione della vertenza.
Consentitemi di ringraziare con profonda gratitudine il vice presidente dottor Enzo Larussa che con grande dedizione, impegno e competenza mi coadiuva nel gravoso impegno determinato dalla risoluzione delle problematiche deontologiche- disciplinari. In questo siamo affiancati dalla competente e assidua presenza dell’avvocato Virgilio Conte, anche a lui un affettuoso ringraziamento.
Inoltre il dottore Larussa partecipa alle riunioni del consiglio nazionale dell’ENPAM e, quest’anno la sua determinazione ci ha consentito di poter organizzare un convegno sull’ “ENPAM ieri, oggi, domani”, con la presenza del presidente dott. Oliveti e del direttore generale dott. Del Sordo, che ci hanno rassicurato sulla solidità del sistema pensionistico ENPAM, e sul processo di autoriforma dell’ente.
Anche quest’anno, come per legge, abbiamo fatto parte della commissione per gli esami di abilitazione all’esercizio della professione. Come sempre il consigliere segretario dottor De Nardo si è impegnato in seno alla commissione, e lo ringrazio insieme al dottor Caridi.
Il dottore De Nardo inoltre, ha anche disimpegnato in mia vece con la consueta perizia e scrupolosità, le funzioni di presidente, nella commissione per il concorso di ammissione alla medicina generale. Il comitato tecnico-scientifico del Corso regionale di Medicina Generale, è da me presieduto in qualità di presidente dell’Ordine del capoluogo di Regione. Il corso, come sapete è importante per la formazione nell’ambito della medicina generale. In questo compito sono affiancato tra i vari colleghi, dal nostro consigliere Franco Esposito, che ringrazio per l’impegno profuso.
La sala “Costanzo Catuogno” è stata come sempre utilizzata per diverse manifestazioni associative e scientifiche. Numerosi convegni hanno avuto luogo organizzati dall’ASP di Catanzaro, dall’ Assessorato regionale alla salute, dall’ Associazione cavalieri del Sovrano ordine di Malta; dall’associazione di medicina omeopatica, con un corso triennale; dalla FESMED e AOGOI.
La Federazione medico sportiva (FMSI), l’AMMI e l’AIDM hanno tenuto le loro riunioni e assemblee.
A proposito dell’AIDM formulo gli auguri di buon lavoro alla nostra iscritta, dottoressa Caterina Ermio, eletta Presidente nazionale dell’Associazione, ricordando che è la prima calabrese a ricoprire tale prestigioso ruolo.
Ancora auguri di buon lavoro al nuovo consigliere regionale, dottoressa Gabriella Albano, già presidente provinciale dell’AIDM.
L’ONAOSI sarà presente nella nostra sede il 15.5 p.v. per un incontro con le famiglie dei ragazzi assistiti che risiedono nella provincia di Catanzaro.
E’ stato possibile realizzare tutto questo lavoro grazie all’insostituibile Franco Briatico, coadiuvato da Franco Sacco e Tommaso Gigliotti. A loro tutti va il mio ringraziamento personale e quello di tutto il consiglio direttivo per la dedizione e la disponibilità nei confronti dei colleghi, che all’Ordine trovano un ambiente familiare. Mi auguro che questa impostazione di gentilezza e cortesia rimanga sempre una prerogativa del nostro Ordine.
Ringrazio ancora il presidente, dott. De Filippo, e tutta la commissione degli odontoiatri, per la dedizione e la competenza dimostrata nell’affrontare e risolvere le varie problematiche odontoiatriche e soprattutto per l’organizzazione di corsi di aggiornamento professionale di qualità.
In merito ai corsi di aggiornamento medico, ci proponiamo di organizzare il VI corso di management, per garantire ancora una volta il confronto ed il dibattito su tematiche di grande interesse: modelli innovativi in Sanità, bioetica ed umanizzazione della medicina, economia sanitaria, federalismo sanitario, comunicazione in medicina, responsabilità del medico ed il governo clinico. Dati i tempi vorremmo anche affrontare nuove tematiche quali il governo della sanità in regioni in piano di rientro e/o commissariate.
La giornata odierna si conclude con la cerimonia, sempre emozionante e coinvolgente della consegna di una medaglia ai colleghi che hanno raggiunto i quarantacinque anni di laurea e con la formulazione del giuramento di Ippocrate da parte dei neo-iscritti. Questa cerimonia, a mio avviso, rappresenta un ideale “passaggio di consegne” tra successive generazioni che, in momenti diversi, hanno affrontato o affronteranno le stesse sfide dell'essere medico con le sfaccettature nascenti dalle sempre più sofisticate tecnologie e dal cambiamento del rapporto medico-paziente. I colleghi che premiamo hanno vissuto la loro vita professionale con dedizione, passione ed amore ed hanno rappresentato un efficace punto di riferimento per la mia generazione, sia nell'ospedale che sul territorio, trasmettendo oltre al sapere del professionista, i valori etici e morali propri dell'uomo rispettando rigorosamente i dettami deontologici. Mi auguro che voi giovani medici vi appropriate di tali valori, custodendoli gelosamente nel vostro patrimonio, rafforzandoli e rinsaldandoli in un contesto di lavoro e di vita ed in un mondo nel quale i modelli ideali e socio-culturali appaiono spesso assopiti. I colleghi ai quali consegneremo la medaglia sono: Mario Bianco, Catanzaro; Francesco Cognetti, Catanzaro; Michele Console, Catanzaro; Pietro Cosentino, Catanzaro; Francesco Fantasia, Catanzaro; Franco Gallo, Lamezia Terme; Raffaele Gemelli, Catanzaro; Michele Antonio Loiacono, Santa Domenica di Ricadi; Orlando Matacera, Catanzaro; Gregorio Mazzitello, Catanzaro; Mario Nicotera, Catanzaro; Francesco Stella, Lamezia Terme.
A completamento di questa relazione, voglio ancora rimarcare l’onerosità delle pressioni cui è sottoposto il Medico, compresso tra esigenze di contenimento di spesa, sfere di autonomia e responsabilità proprie dell’esercizio professionale, a contatto di pazienti più consapevoli dei propri diritti, più informati e quindi più pronti ad esercitare la propria capacità decisionale, in un mondo pervaso dall’esplosione galoppante e tumultuosa della scienza e tecnologia sanitaria che comprende biotecnologie, genomica, nanotecnologia, robotica e la recente cybermedicine.
La Sanità però non può essere ridotta ad un semplice esercizio economico, pur rispettandone alcuni principi. Infatti non possiamo commettere l’errore di ridurre ogni problema ad un numero, ad esempio per quanto riguarda l’appropriatezza diagnostica e terapeutica, l’attendibilità della ricerca, il beneficio della prevenzione, la validità delle cure, la formazione pre e post-laurea. E’ necessario invece formulare un giudizio di qualità e attribuirgli valore etico-sociale.
Questo è il motivo per cui non si possono applicare regole economiche rigide alla qualità del servizio sanitario ed alla salute delle persone. Il nostro desiderio è quindi quello di avere un economia “giusta”, fondata sui valori dell’uguaglianza e della solidarietà, una sanità altrettanto “giusta”, ma anche una scuola “giusta”, una università giusta, un sistema previdenziale giusto. Le problematiche sanitarie sono dunque molteplici e variegate, pertanto è essenziale che Voi giovani neo-laureati vi atteniate nel moderno esercizio delle funzioni professionali, ai grandi principi che ispirano il nostro Codice Deontologico. Infatti, rammento che la giustizia impedisce la discriminazione tra pazienti di ogni condizione, imponendone il trattamento nel miglior modo possibile attraverso l’ottimizzazione delle risorse; che la beneficialità obbliga inderogabilmente il medico a tutelare la vita e la dignità della persona; che l’autodeterminazione del paziente consente ad ogni singola persona la possibilità di scegliere o rifiutare i trattamenti diagnostico-terapeutici. Da questi principi, scaturisce un nuovo determinante e cioè l’appropriatezza tecnico-professionale che è idonea a contenere il rapido incremento dei costi e realizzare la sostenibilità del sistema. Questa infatti, nonostante le raffinate procedure economicistiche, rappresenta l’unico mezzo efficace di contenimento della spesa ed è esclusivo appannaggio dei professionisti.
Ecco perché è prioritario nella formazione medica “costruire” un professionista completo che, accanto alle necessarie basi scientifiche che gli permettano una preparazione teorico-pratica generale, capacità di diagnosi e di intervento, buona pratica clinica e di lavoro interdisciplinare, abbia anche una obiettiva capacità di contatti umani, di analisi e discernimento dei problemi.
L’insegnamento scientifico dovrebbe non più proporsi come una catena di montaggio fondato solo su evidenze, ma promuovere una educazione che sia anche costruzione dei significati, delle conoscenze e delle competenze. Infine, occorre di certo favorire un’etica della formazione che sviluppi nel futuro medico una coscienza per: una medicina “pluralista”, in senso sociale, sensibile cioè alle istanze sociali; una medicina “ equa e giusta”, ovvero economicamente compatibile e prudente; una medicina rispettosa della dignità e delle scelte umane.
Alla base di tutto c’è sempre il solido rapporto medico-paziente, pilastro del nostro Codice Deontologico, che storicamente costituisce una esigenza fondamentale della medicina, e permane, nonostante tutto, un bisogno essenziale e durevole. Tale rapporto costituisce, insieme, un punto di partenza della formazione medica ed una condizione della comprensione del paziente come persona.
Non dobbiamo mai dimenticare, come altre volte da me ribadito, che la deontologia si esplica nel rispetto della dignità professionale, intesa come indipendenza intellettuale e libertà scientifica, valori che pur essendo comuni a tutte le professioni, raggiungono la più alta espressione in quella medica, essendo a questa affidata la salute dell’uomo, nell’amplissima sfera di influenza rappresentata dal benessere sia fisico che psichico.
Con questi intendimenti vi accolgo insieme a tutto il Consiglio direttivo, augurandovi una lunga vita professionale piena di successi e soddisfazioni. [MORE]