Politica
Discarica Bussi: assolti i 19 imputati
BUSSI SUL TIRINO (PE), 19 DICEMBRE 2014 – Sono stati assolti i 19 imputati accusati di avvelenamento delle acque e disastro ambientale della discarica a Bussi sul tirino (PE). Secondo la Corte d’Assise di Chieti, presieduta dal giudice Camillo Romandini, gli ex amministratori e capi della Montedison non sono più imputati poiché “il fatto non sussiste”. Il caso della megadiscarica di Bussi è considerato il più grande disastro ambientale d’Europa: nel 2007, dopo più di un anno di ricerche coordinate dal Corpo della Guardia Forestale, sono stati rilevati 25 ettari di terreno tossici che hanno raggiunto oltre 700 mila abruzzesi, contaminando scuole, ospedali e abitazioni.
Discarica Bussi, sei righe di dispositivo: tutti assolti poiché “il fatto non sussiste”
Dopo cinque ore di sentenza, la Corte d’Assise di Chieti ha emesso un dispositivo di sei righe firmato dal giudice: “Visti gli articoli 442 e 530 CPP assolve gli imputati dal reato loro ascritto A 'avvelenamento acque' perché il fatto non sussiste. Visti gli articoli 521 e 531 CPP previa derubricazione del reato contestato B (disastro ambientale doloso) in quello di disastro colposo ex art.449 CP dichiara di non doversi procedere nei confronti degli imputati per intervenuta prescrizione”. Secondo quanto riportato dalla sentenza, gli ex dirigenti sono assolti dall’accusa di avvelenamento perché “il fatto non sussiste”: i pozzi non sono avvelenati o loro non ne sono i diretti responsabili. Per quanto riguarda il disastro ambientale, invece, la Corte non ha ritenuto necessario procedere per intervenuta prescrizione.
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Legambiente: “una vera vergogna”. Le reazioni a seguito dell’assoluzione
Dure le reazioni di chi, da sette anni, combatte per l’accusa. Le accuse per i 19 dirigenti andavano dai 4 ai 12 anni, salvo per il perito chimico Mario Piazzardi per cui era stata richiesta l’assoluzione e per l’amministratore delegato pro tempore di Ausimont, Carlo Cogliati, per cui era stato chiesto l’ergastolo. La decisione di assoluzione totale ha provocato le ire di Legambiente che ha commentato, ‹‹una vera vergogna, ancora una sentenza che non trova colpevoli››. Più stoica la reazione di De Sanctis, del Forum Acqua Abruzzo, ‹‹il disastro c’è e ce lo teniamo››: a questo punto De Sanctis chiede che vengano riaperti anche i pozzi a Sant’Angelo – chiusi per inquinamento nel 2007 - ‹‹perché evidentemente non sono un reato››.
Erica Benedettelli
[immagine da blogspot.com]