Salute

Disastro ambientale in Nuova Zelanda, la Rena rischia di spezzarsi e affondare

WELLINGTON, 12 OTTOBRE 2011 - Il disastro ambientale che in questi giorni sta colpendo la Nuova Zelanda rischia di diventare sempre più grave. La 'Rena', nave portacontainer di 236 metri che lo scorso 5 ottobre si è incagliata nella barriera corallina al largo della costa neozelandese, sta per spezzarsi e rischia di affondare. Nelle ultime ore la nave, oltre ad essersi pericolosamente inclinata anche a causa del maltempo, presenta evidenti crepe che fanno temere la possibilità che si spezzi provocando un'ulteriore dispersione in mare del greggio presente a bordo.[MORE]

«È la peggiore catastrofe marittima della storia del Paese», aveva dichiarato qualche giorno fa il ministro all'Ambiente neozelandese, Nick Smith. Una catastrofe che potrebbe ulteriormente peggiorare se la nave dovesse affondare. Secondo i dati ufficiali, sono almeno 350 le tonnellate di greggio che si sono riversate in mare. Un'onda nera che ha già cominciato a provocare seri danni alla fauna presente nella zona. Il greggio, infatti, ha investito le spiagge della Baia di Plenty, luogo fino ad ora incontaminato utilizzato come riparo di balene, delfini e uccelli marini, molti dei quali stanno morendo. Se la nave dovesse spezzarsi, si teme la fuoriuscita di almeno 1700 tonnellate di greggio che aggraverebbero una situazione già di per sé drammatica.

Tra le diverse associazioni ambientaliste che nelle scorse ore hanno denunciato il disastro che si sta consumando in uno dei territori più belli e incontaminati del Pianeta, è il Wwf a lanciare l'allarme sui possibili effetti che l'onda nera può avere sulla fauna del luogo e sulla salute delle persone. «Conosciamo tutti molto bene – ha dichiarato Isabella Pratesi, Direttore delle Politiche di Conservazione Internazionale della sezione italiana del Wwf - quali sono gli effetti del petrolio sulle penne dei nostri uccelli marini come cormorani, berte, sule e pinguino minore blu. Se raggiunti in tempo possono essere raccolti e portati in centri di soccorso specializzati per essere lavati e riabilitati. L’area colpita dallo sversamento riveste una notevole importanza per uccelli rari, endemici o a rischio estinzione come uccelli delle tempeste, pittime, procellarie, piovanelli e molti altri trampolieri e limicoli».

«È importante sapere – ricorda il Wwf - che spostandoci lungo l’atlante a Nord della zona dell’attuale sversamento entriamo nel delicatissimo ambiente del Triangolo dei Coralli, luogo privilegiato dalle azioni di conservazione del WWF Internazionale che abbraccia arcipelaghi unici come quelli della Papua Nuova Guinea e delle isole Salomone. Se un inquinamento di questo tipo arrivasse nel cuore delle barriere coralline, che ospitano una diversità incredibile di ambienti e di organismi, sarebbe un vero disastro per la biodiversità del Pianeta».

Nelle scorse ore, il capitano della Rena è stato arrestato e condotto a Tauranga, luogo dove la nave era diretta, e sarà chiamato a rispondere in Tribunale per aver “gestito la nave in modo da provocare pericolo o rischio non necessario”. Tuttavia, il capitano è stato già rilasciato su cauzione e rinviato a giudizio. Rischia al massimo una pena pecuniaria pari a 10 mila dollari neozelandesi (circa 5700 euro), o un anno di carcere.

Nel frattempo le operazioni di salvataggio continuano. Mentre si cerca di mettere in salvo i container ancora presenti sulla nave - alcuni dei quali conterrebbero sostanze pericolose - e di evitare l'affondamento della Rena, volontari provenienti da tutto il mondo stanno lavorando incessantemente per cercare di ripulire le spiagge e gli animali ricoperti di petrolio.

Serena Casu