Politica

Diritto alla pace un diritto di tutti i popoli. Perché oggi è così difficile?

Diritto alla pace un diritto di tutti i popoli. Perché oggi è così difficile? Nella Dichiarazione sul Diritto dei Popoli alla Pace dell’ONU (art.28) viene espresso il concetto che “tutti i popoli vogliono estirpare la guerra dalla vita di ogni giorno e di evitare guerre o catastrofi nucleari”. Al fine di garantire il progresso dell’umanità è necessario sottrarre l’esistenza dell’uomo alla guerra, in una logica di lotta contro la morte del proprio simile per migliorare le condizioni di vita di paesi e nazioni e l’effettiva realizzazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Tutti i popoli del pianeta hanno un sacro diritto alla pace e ogni Stato si deve fare portatore di tale valore, mediante l’eliminazione di minacce di ogni tipo di guerra e con la rinuncia della forza nella risoluzione delle controversie internazionali. Nella recente e attuale guerra tra la Federazione Russa e Stato ucraino che si sta inasprendo sempre di più, non assistiamo a nessuna proposta sensata e razionale per il raggiungimento della pace.

Sembra che gli Stati Europei si sono dimenticati di essere portatori di valori di pace, rispetto e tutela dei diritti umani nella loro totalità. Anche nel 2016 le Nazioni Unite hanno adottato la Dichiarazione sul Diritto Umano alla Pace.  È proprio sul diritto alla pace che si garantisce la tutela della vita dell’uomo e la possibilità di migliorare le condizioni del singolo e delle collettività. Si sa che la guerra è distruzione catastrofe e morte.   Assistiamo oggi al paragone abnorme e inaccettabile da parte del Financial Times del Presidente Zelensky a Sir Wiston Churchill che fu soldato nella prima guerra mondiale, lord dell’ammiragliato e che durante la seconda guerra mondiale è stato colui che ha mantenuta unita l’Europa contro il nazifascismo e ha avuto a cura la “vita” dei propri uomini e delle nazioni.

A mio avviso paragonare Zelensky un attore che non ha la personalità carismatica nonché culturale di Wiston Churchill è una semplice esagerazione che può far soltanto inasprire il conflitto e serve a confondere e manipolare le menti delle popolazioni occidentali. Non stiamo assistendo a politiche effettive di distensione dell’attuale tensione internazionale. Si parla sempre di aumento delle spese per fornitura di armi sempre più potenti, e implementazione delle sanzioni ecc. Tutto ciò che doveva essere utile al fine di piegare lo Zar in realtà sta avendo un effetto boomerang in vari settori economici europei. Assistiamo al calo di forniture farmaceutiche di medicinali base per la lotta antinfluenzale come affermato dall’Ema quali ad esempio l’amoxicillina, o anche dei semplici anti-piretici come diretta conseguenza delle sanzioni e della guerra, considerato che dalla Russia si importavano numerosi elementi di tipo chimico-farmaceutico per la produzione di farmaci nelle principali case produttrici europee.  Molte persone a causa del caro energia rischiano di morire di fame e di freddo in Europa, mentre in Ucraina con le temperature invernali estreme e le principali centrali elettriche distrutte la popolazione rischia molto di più.

Se consideriamo che l’Ucraina ha chiesto invio di energia e gas al resto dell’Europa possiamo immaginare i disastri in cui ci troviamo. Ultimamente il presidente ucraino è stato anche nominato “uomo dell’anno” dal quotidiano Financial Times e gli si voleva concedere il Nobel per la Pace. Tali elementi hanno solo ingigantito l’ego già smisurato del presidente facendogli fare richieste sempre più pressanti che tendono a esasperare il conflitto. Orami il territorio ucraino è un deserto di macerie, detriti, edifici carbonizzati e strutture inutilizzabili che al lungo andare non avrà valore come territorio e come Stato. Serviranno miliardi per finanziare la sua ricostruzione. Di certo in una logica di un etica umanistica che ha come caposaldi la lotta contro la morte del proprio simile e il miglioramento delle popolazioni tali pratiche mistificatrici non possono essere giustificate.

La politica adottata dall’occidente e dal presidente della Nato e dagli USA sin dall’inizio è stata fallimentare in quanto le scelte diplomatiche sono sempre state finalizzate a inasprire il conflitto e a portarlo ad estreme conseguenze in una logica espansionistica e imperialista verso est con l’inglobamento dell’Ucraina.  Anche le proposte non sensate portate avanti dall’Ucraina suggerite dall’occidente non erano idonee a raggiungere accordi per la fine del conflitto, ma solo a fomentarlo e ampliarlo sempre di più. Sono state usate per organizzare la guerra e non per la pace  e salvare vite alla luce un’etica umanistica universale accettata da tutti. Al fine di far inasprire il conflitto i media hanno esercitato una manipolazione delle menti  mediante la diffusione di false notizie sull’andamento della guerra e sulla capacità dello Stato Ucraino di poter sfidare la Federazione Russa. Ma nella realtà effettiva vi era una impossibilità di confronto tra uno Stato piccolo contro una super potenza mondiale.

Abbiamo assistito a una lenta e subdola avanzata della Nato verso est prima con il tentativo di inglobare la Georgia mancando miseramente l’obiettivo. Fallendo in Georgia ha creduto di usare l’Ucraina come nuovo mezzo per tentare di scalzare e umiliare  la Russia sul piano internazionale.  Nei fatti  invece la realtà è  diversa lo Stato Ucraino è devastato e necessita di aiuti,l’economia europea è in ginocchio, venti stati Europei su trenta hanno finito le attrezzature militari da poter inviare, come aiuti. Siamo in un disastro incommensurabile.

Non sarebbe ora di mettersi al tavolo delle trattative con proposte sensate per ottenere accordi di pace soddisfacenti per entrambe le parti per salvare vite umane ed evitare guerre ben peggiori di questa? Quando capiremo che è importante convivere pacificamente? Di certo fintanto che tutti non saranno in grado di capire che bisogna lottare contro la morte del proprio simile ed evitare le guerre e risolvere le controversie in modo pacifico, la guerra sarà sempre vista come il mezzo più facile e  seducente per risolvere rapidamente un problema  invece di affrontarlo con un dialogo costruttivo.

Marco Rispoli