Politica
Direzione Pd, Renzi attacca Letta: «Giochi a carte scoperte». Il premier: «Non voglio galleggiare»
ROMA, 6 FEBBRAIO 2014 - Mala tempora currunt in via del Nazareno e forse anche per le sorti del governo Letta. La direzione del Pd di quest’oggi, infatti, è stata sicuramente infuocata.
A surriscaldare in particolar modo gli animi sono state le dichiarazioni, più o meno diplomatiche, del segretario Matteo Renzi: «Il giudizio del governo, sui ministri spetta innanzitutto al presidente del Consiglio. Se ritiene che le cose vadano bene come stanno andando, che vada avanti – ha affermato il sindaco di Firenze, che poi ha aggiunto – se ritiene che ci siano cambiamenti da apporre, affronti il problema nelle sedi politiche e istituzionali, indichi quali e giochiamo a carte scoperte».
Parole del tutto lecite se non fosse che fanno da corollario alle recenti ipotesi di un cambio al comando del governo, o di un possibile Letta bis. Matteo Renzi, tuttavia, come ha già fatto fin dal primo giorno della sua segreteria, ha ribadito la propria lealtà, e quella del partito, nei confronti dell’attuale governo: «Se ci sono stati problemi, non li ha mai posti il Pd – ha affermato – Non abbiamo mai fatto mancare il nostro appoggio in nessun passaggio rilevante. La nostra fiducia è stata costante anche su provvedimenti che non digerivamo bene e sui ministri quando il premier ha chiesto un aiuto gli è stato concesso in modo chiaro».
Il segretario Renzi ha poi affrontato lo scottante tema della riforma elettorale, frutto del discusso accordo con Berlusconi: «Con molta franchezza trovo discutibili alcune reazioni di queste ore e giorni per cui forti di alcuni sondaggi con l’Italicum vince Berlusconi. Le elezioni – ha proseguito Renzi – si vincono e si perdono se si prendono i voti non se si cambia sistema elettorale».
Ed in vista di future elezioni delinea possibili alleanze: «Vedo un simbolo del Pd ma accanto do per scontato sia un raggruppamento di moderati che non vuole stare con il Pd ma neanche dall’altra parte e presumibilmente una parte della sinistra». Tuttavia, ha aggiunto il segretario di via del Nazareno «la questione elezioni si pone a mio parere nel momento in cui siamo in condizione di avere consapevolezza della nostra forza non di preoccuparci di come ci arrivano gli avversari». E sul paventato riavvicinamento tra Berlusconi e Casini, Renzi afferma: «Non mi preoccupa Casini che sta di la».
Durante la direzione del Pd, subito dopo Matteo Renzi, ha naturalmente preso la parola il premier Enrico Letta, che senza fronzoli ha detto: «Di fronte ai problemi non è possibile galleggiare. Non è possibile pensare di uscire galleggiando e tutto voglio tranne che questo». Il presidente del Consiglio ha poi voluto indicare i compiti che secondo lui spettano nell’immediato futuro al Pd: «Ci sono due grandi questioni che sono quelle che nel 2014 abbiamo la grande opportunità, noi che siamo in questa stanza, di portare a soluzione. Se ci riusciamo – ha sottolineato Letta – questa nostra comunità salva il Paese nei punti in cui è affondato e torna in contatto con il Paese. Se non riusciamo in questa complessa operazione, i problemi che hanno portato al voto di febbraio resteranno tutti lì».[MORE]
Nella fattispecie, ha spiegato il premier «dobbiamo arrivare prima delle elezioni europee, avendo il Pd risultato della legge elettorale approvata ed del primo passaggio significativo delle altre due riforme. Questo – ha proseguito – ci darebbe un grande segnale ed è quello che i grillini non vogliono. Su questo – ha concluso Letta – c’è il mio impegno e la convinzione che i due temi, riforme e risposta alla crisi, debbono stare legati e collegati ad un gioco di squadra».
(Immagine da giornalettismo.com)
Giovanni Maria Elia