Scienza & Tecnologia
Dilaga la "nomofobia", la dipendenza da smartphone
GENOVA, 16 AGOSTO 2014 – Nell'era dell'evoluzione tecnologica si affacciano anche nuove patologie: una di queste è la dipendenza da smartphone, nota come «nomofobia», per gli anglosassoni «nomophobia», abbreviazione dell'espressione inglese «no-mobile-phone».
Il panico da “no campo” - oggetto di studi dal 2008 - dilaga non solo tra i minorenni, investendo fino all'isolamento – nei casi più estremi - le abitudini degli smartphone-addicted, costantemente preoccupati dal verificare l'arrivo di nuovi sms, mail o di notifiche dai social network.
Per David Greenfield, assistente clinico di Psichiatria all’Univeristà del Connecticut, alla base di questa nuova forma di dipendenza vi è una disregolazione della dopamina, “il neurotrasmettirore che regola il circuito celebrale della ricompensa”. «Il fatto – spiega Greenfield - è che non sai quando arriverà una nuova notifica, e questo costringe il cervello dell’utente affetto dalla patologia a continuare a controllare. È come se fosse una piccola slot machine».[MORE]
Secondo due ricercatori dell’Università di Genova, Nicola Luigi Bragazzi e Giovanni Del Puente, la nomofobia andrebbe annoverata nel «Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali». «Come in ogni dipendenza - osservano gli studiosi -, il primo sintomo è la negazione . Anche se la tecnologia ci consente di sbrigare il nostro lavoro più velocemente e con efficienza, i dispositivi mobili possono avere un effetto pericoloso sulla salute: dobbiamo indagare il fenomeno ancor più in profondità e studiarne gli aspetti psicologici».
Domenico Carelli
(Foto: digitaleconomics.it)