Chiesa e Società

Diamo voce alla fame del mondo. Papa Francesco alla FAO

 20 NOVEMBRE 2014 - Oggi mentre Papa Francesco si trovava all’assemblea della FAO per pronunciare il suo discorso, io mi trovavo in una scuola primaria dove i bambini, nella ricorrenza del 25° anniversario della carta dei diritti dei bambini avevano inscenato un tavolo con i grandi della terra dal titolo: “i diritti del G8”. I bambini del mondo portano a questo tavolo le loro speranze, le loro attese, i loro piccoli e grandi desideri, un po’ di cibo, un pallone, un futuro sereno. La risposta dei grandi è stata molto semplice: “nel 2999 risolveremo il problema. Bisogna avere fiducia”. Ma cosa avverrà oggi di quei bambini. [MORE]


Anche Papa Francesco dinanzi al “tavolo dei grandi” ha denunciato alcuni gravi problemi. È “doloroso” constatare che “la lotta contro la fame e la denutrizione viene ostacolata dalla ‘priorità del mercato’, e dalla ‘preminenza del guadagno’, che hanno ridotto il cibo a una merce qualsiasi, soggetta a speculazione, anche finanziaria”. Queste le parole dure e forti di papa Francesco in un discorso in spagnolo alla Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e la nutrizione con sede a Roma che, insieme all’Oms (Organizzazione mondiale della Salute) ha organizzato la seconda conferenza internazionale sulla nutrizione dopo la prima del 1992.


E qui ci vengono in mente le parole del vangelo: “io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi” (Mt 25,35-36).


“I destini di ogni nazione sono più che mai collegati tra loro, come i membri di una stessa famiglia, che dipendono gli uni dagli altri”, ha detto il Papa. “Ma viviamo in un’epoca in cui i rapporti tra le nazioni sono troppo spesso rovinati dal sospetto reciproco, che a volte si tramuta in forme di aggressione bellica ed economica, mina l’amicizia tra fratelli e rifiuta o scarta chi già è escluso. Lo sa bene chi manca del pane quotidiano e di un lavoro dignitoso. Questo è il quadro del mondo, in cui si devono riconoscere i limiti di impostazioni basate sulla sovranità di ognuno degli Stati, intesa come assoluta, e sugli interessi nazionali, condizionati spesso da ridotti gruppi di potere”. In questo quadro, “il diritto all’alimentazione sarà garantito solo se ci preoccupiamo del suo soggetto reale, vale a dire la persona che patisce gli effetti della fame e della denutrizione”. Sempre in spagnolo, papa Francesco ha proseguito: “Oggi si parla molto di diritti, dimenticando spesso i doveri; forse ci siamo preoccupati troppo poco di quanti soffrono la fame. È inoltre doloroso constatare che la lotta contro la fame e la denutrizione viene ostacolata dalla ‘priorità del mercato’, e dalla ‘preminenza del guadagno’, che hanno ridotto il cibo a una merce qualsiasi, soggetta a speculazione, anche finanziaria. E mentre si parla di nuovi diritti, l’affamato è lì, all’angolo della strada, e chiede diritto di cittadinanza, di essere considerato nella sua condizione, di ricevere una sana alimentazione di base. Ci chiede dignità, non elemosina”, ha detto Bergoglio tra gli applausi dei delegati.


Papa Francesco ha ricordato quando Giovanni Paolo II nella stessa sala, alla prima conferenza sulla nutrizione del 1992, mise in guardia la comunità internazionale dal “paradosso dell’abbondanza”: “C’è cibo per tutti, ma non tutti possono mangiare, mentre lo spreco, lo scarto, il consumo eccessivo e l’uso di alimenti per altri fini sono davanti ai nostri occhi”. In questo senso, ha chiosato il Papa indicando questa come la prima sfida da affrontare, “ci sono pochi temi sui quali si sfoderano tanti sofismi come su quello della fame; e pochi argomenti tanto suscettibili di essere manipolati dai dati, dalle statistiche, dalle esigenze di sicurezza nazionale, dalla corruzione o da un richiamo doloroso alla crisi economica”. La seconda sfida, per Bergoglio, è “la mancanza di solidarietà”, parola che, ha detto a braccio tra gli applausi, a volte viene “eliminata dal vocabolario”: “Le nostre società sono caratterizzate da un crescente individualismo e dalla divisione; ciò finisce col privare i più deboli di una vita degna e con il provocare rivolte contro le istituzioni. Quando manca la solidarietà in un paese, ne risentono tutti”.


Ho un desiderio: le mie non vogliono essere fiumi di parole tra le altre parole. Voglio stare al fianco di Papa Francesco e dei bambini per dare voce a chi ancora nel mondo soffre la fame.


Don Francesco Cristofaro

www.donfrancescocristofaro.it