Cronaca

"Dialoghi con la Polis" La politica come via per la santità

CATANZARO 09 MARZO 2014 - «“Un cuore che vede”. Impegno politico e testimoni profetici: la politica come via per la santità». E’ stato il tema del secondo appuntamento dei “Dialoghi con la Polis”, promosso e voluto dall’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, Mons. Vincenzo Bertolone, svoltosi giovedì scorso nella Sala delle Culture “E. Calderazzo” della Provincia di Catanzaro.

Ad intervenire due ospiti illustri come il Cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, e il prof. Ulderico Parente, docente di storia politica nell’università degli studi internazionali di Roma.
[MORE]
Gli interventi, moderati dal prof. Antonio Viscomi e introdotti da don Salvino Cognetti, hanno cercato di rileggere e di approfondire il delicato impegno dei cristiani in politica, analizzando i problemi che affascinano e che spesso anche angustiano l’agire dell’uomo, proponendo uno sguardo descrittivo del vivere civile e cristiano orientato alla responsabilità per il raggiungimento del bene comune.

Il cardinale Amato, presentando alcune figure di santità, come Tommaso Moro, Maria Cristiana di Savoia, Toniolo, Palladino e Sturzo, che nonostante il potere hanno scelto il servizio nella carità, ha affermato che la santità è un traguardo aperto a tutti purché “il potere dei politici diventi strumento di buon governo, contrassegnato dall’umiltà. Tutti i fedeli, gli atei e anche i politici – ha detto il porporato - sono chiamati alla perfezione e alla santità che promuove la società terrena e fa sviluppare i valori positivi. E’ proprio questo insegnamento evangelico che ha ispirato la dottrina sociale della Chiesa, ma è possibile trovare prove di buon governo e coerenza anche nell’ambito politico.

Per il Cardinale Amato “il governo è esercizio di virtù e l’attività pubblica deve essere al servizio della persone e alla tutela della famiglia. La santità deve essere preparata da una vita di sacrificio e il potere non deve essere come una droga che annebbia la coscienza, ma un atto di carità e di umiltà che punti alla realizzazione di progetti di azione benefica che non dissipino i talenti, ma che li investano in vista della costruzione di una città che veda l’uomo libero. Sarebbe un errore, voler escludere l’esercizio della devozione dall’ambiente militare, dalla bottega degli artigiani o dalla corte dei principi. Dovunque si può si può aspirare a una vita perfetta”.

“San Francesco di Sales – ha continuato il cardinale Amato – rivolge un messaggio urgente ai politici, invitandoli ad abbandonare l’inerzia operativa e a fare del bene. Ed è ciò che bisogna fare per restituire all’Italia il suo patrimonio di arte, cultura e santità, rilanciando la virtù e abbandonando il vizio, non mortificando il bene e il giusto, ma imparando ad amare il bene e impiegare le energie disponibili per attuarlo”.

Anche per il professore Ulderico Parente, che si è soffermato sulla grande figura di Giorgio La Pira, “l’impegno politico può diventare la via privilegiata per la santità, solamente tramutando l’esercizio del potere in attività di servizio al prossimo. Ma prima di evangelizzare la politica, bisogna formare l’uomo che fa la politica. Anche in questo settore è urgentissimo che la Chiesa dia linee e principi solidi, inequivocabili, ma soprattutto è necessario che essa stessa viva secondo verità e santità il rapporto con la politica, in modo che in ogni suo gesto rifulgano la sua autonomia, la sua indipendenza, la sua forza profetica di indicazione certa della verità da seguire”.

Alla luce delle due relazioni Mons. Bertolone, esprimendo gratitudine ai due ospiti ed a tutti i presenti, ha rimarcato come è possibile conciliare fede e politica a servizio del bene comune, nelle certezza che “la speranza non si può commissariare”. Ma se la fede non è astrazione e vive nelle realtà, al cristiano è anche richiesto si essere “credente, coerente e credibile”.