Salute
Diabete, parte un progetto per favorire l'inserimento dei bambini diabetici nelle scuole
CATANZARO, 3 GENNAIO 2016 – Misurare la glicemia, poter mangiare solo alcuni cibi, doversi iniettare l’insulina: questi sono solo alcuni dei problemi che possono incontrare i bambini che soffrono di diabete. È facile immaginare come, a questi disagi, si affianchi quello di doversi inserire in un ambiente scolastico che non sempre favorisce l’integrazione.
Proprio per questo motivo sin dal 2013, un progetto è stato proposto per aiutare i piccoli pazienti a non sentirsi fuori posto nella vita di tutti i giorni. Questa proposta è valida anche per gli adolescenti, che potrebbero sentirsi diversi, o investiti di troppa attenzione rispetto agli altri compagni di classe. A partire da quest’anno, il progetto si concretizzerà: grazie alla sinergia tra SIEDP (Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica), il Coordinamento tra Associazioni italiane di aiuto a bambini e giovani con diabete (AGDI) e l’Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO), la sperimentazione sarà attuata in alcune regioni italiane.
“Il bambino con diabete e la sua famiglia affrontano numerose difficoltà nella vita di tutti i giorni, in particolare a scuola. I disagi sono psicologici, per esempio sentimenti di diversità e condizioni di esclusione, ma anche pratici, come la gestione complessa della somministrazione di farmaci vitali e l’esecuzione dell’autocontrollo glicemico durante l’orario scolastico. Una scuola preparata ad affrontare queste situazioni permette al bambino una più serena gestione della malattia”, spiega della SIEDP (Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica). [MORE]
Nel documento emerso dall’incontro tra le tre associazioni è spiegato nel dettaglio quali sono le norme da adottare nel caso in cui nell’edificio scolastico dovesse trovarsi un bambino che soffre di diabete. In particolare, la nota illustra quale dovrà essere la divisione dei compiti tra docenti, genitori e alunno, quali comportamenti sono più favorevoli all’integrazione e cosa fare in casi di emergenza.
“Le strategie in esso rappresentate sono il risultato finale del comune lavoro di riflessione e di confronto fra l’associazione di volontariato – AGDI – l’Istituzione ministeriale – Salute e Istruzione, i referenti regionali, i referenti della scuola, la diabetologia pediatrica, la pediatria di libera scelta, e richiamano tutti gli interlocutori alla necessità di definire un piano condiviso di accoglienza per garantire le migliori condizioni, vicine quanto possibile alla ‘normalità’, e una permanenza in ambito scolastico, in condizione di sicurezza” ha spiegato Gianni Lamenza, Presidente AGDI Italia.
Per il momento, il progetto sarà applicato soltanto in Abruzzo, Umbria, Calabria e Sicilia per poterne valutare l’efficacia e l’attuabilità. Successivamente, se la sperimentazione darà esiti positivi, queste stesse norme potrebbero estendersi a tutta l’Italia.
(foto: estense.com)
Sara Svolacchia