DIA killer, 'Ndrangheta: sequestrati beni per 20 mln a imprenditore calabrese
Cronaca Calabria

DIA killer, 'Ndrangheta: sequestrati beni per 20 mln a imprenditore calabrese

martedì 7 giugno, 2011

Rizziconi, (Reggio Calabria) 7 giugno 2011 - L'imprenditore in questione, continua la nota della Dia, e' Ferdinando Fortunato Maria De Marte, 48enne di Rizziconi (RC), attivo nella produzione, raffinazione e commercio dell'olio d'oliva nella piana di Gioia Tauro, nonche' nel settore immobiliare. L'uomo risulta essere stato anche uno dei soci della societa' che ha costruito il noto centro commerciale 'Porto degli Ulivi' a Rizziconi - successivamente ceduto a una societa' svizzera - gia' oggetto di vicende giudiziarie che hanno visto coinvolta, in particolare, la cosca 'Crea'. [MORE]

A seguito di una complessa attivita' di indagine patrimoniale, condotta dal Centro Operativo della Dia di Reggio Calabria e volta a verificare le modalita' di acquisizione dell'ingentissimo patrimonio societario e personale riconducibile all'imprenditore, e' stata formulata, dal direttore della Dia, una corposa e esaustiva proposta di misura di prevenzione personale e patrimoniale che il Tribunale Reggio Calabria - Sez. Mis. di Prev.- ha recepito emettendo, ai sensi della normativa antimafia, il relativo provvedimento di sequestro. Dagli accertamenti effettuati e' emerso che l'imprenditore, attraverso le sue societa', emettendo e/o ricevendo fatture fittizie nonche' simulando costi sostenuti e aumenti di capitale sociale, ha ottenuto indebitamente, in modo ripetuto e costante nel tempo, consistenti risparmi di imposta e cospicui contributi pubblici.

Nei confronti di De Marte, dalla fine degli anni '80 a oggi, diverse indagini svolte dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria, Taurianova (RC), Gioia Tauro (RC) e Catanzaro e dai Carabinieri di Rizziconi (RC), avevano evidenziato che alcune societa' del gruppo erano soltanto "cartiere create ad hoc" al fine di emettere fatture per operazioni inesistenti e/o per ottenere indebiti contributi comunitari. Cosi' il primo febbraio 2008 il gip di Bologna emise nei confronti dell'imprenditore un'ordinanza applicativa degli arresti domiciliari per associazione a delinquere finalizzata alla emissione e utilizzazione di fatture false e per l'indebita percezione di contributi comunitari per importi consistenti (in una occasione avrebbe indebitamente ricevuto contributi per circa 4,6 milioni, mentre in altre circostanze avrebbe decuplicato i costi sostenuti per l'acquisto di impianti a mezzo di fatture inesistenti). In relazione alle condotte antigiuridiche, di recente, la Procura di Bologna ha avanzato nei confronti dell'imprenditore richiesta di rinvio a giudizio.

Sul conto del De Marte sarebbero inoltre emersi indizi di contiguita' con la cosca 'Crea' di Rizziconi. Sul versante patrimoniale e' stata accertata l'assenza per l'imprenditore di risorse lecite idonee a giustificare investimenti di grossa entita' e rilevata una cospicua sproporzione tra redditi dichiarati e patrimonio posseduto
 


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