Politica
Di Maio tranquillizza le istituzioni internazionali: "Restiamo alleati degli USA e nella Nato"
POMIGLIANO D’ARCO, 7 GIUGNO – Luigi Di Maio torna a parlare di politica estera in seguito alle polemiche suscitate dalle parole della Nato, che aveva ammonito l’Italia riguardo alle sanzioni alla Russia. "Restiamo nella Nato e alleati degli Stati Uniti, ma portiamo avanti anche il dialogo con gli altri Paesi, come la Russia, così come è sempre stato. Non mi preoccupa l'altolà per le sanzioni alla Russia - ha aggiunto - il nostro è un Governo alleato agli Stati Uniti che vuole lasciare l'Italia negli accordi, nelle alleanze, garantendo continuità a quello che è già stato". Parole che tranquillizzano l’ambiente internazionale e che danno stabilità in un momento di tensione tra le maggiori potenze.
"Questo non sarà un Governo supino alle volontà degli altri Governi - ha aggiunto Di Maio - l'Italia storicamente ha avuto una funzione nell'ambito dell'alleanza occidentale, nell'ambito della Nato, di essere un Paese che dialogava con i Paesi dell'est. Infatti vediamo che hanno già cominciato a rallentare sul regolamento di Dublino. Hanno capito che c'è un governo che non dice 'sissignore'. Sono pronto a collaborare ma negli interessi degli italiani e qualche risultato si sta già vedendo. Abbiamo sempre dialogato con Paesi come la Russia, ma anche con Paesi del mediterraneo, come del Nord Africa, che ci permetteranno anche di risolvere il problema dei flussi migratori". [MORE]
Le polemiche erano nate in seguito al discorso al Senato del neo presidente del Consiglio italiano che aveva aperto a una revisione delle misure restrittive adottate dagli Stati Uniti e dall’Unione europea contro Mosca, subito dopo l’occupazione della Crimea, nel 2014. Il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg aveva detto in modo chiaro: “Le sanzioni sono importanti per inviare un messaggio chiaro alla Russia per ciò che ha fatto in Ucraina” e gli USA hanno appoggiato la posizione del Segretario: “Le sanzioni vanno mantenute, almeno fino a quando Mosca non cambierà il suo comportamento, perché altrimenti invieremmo un pessimo segnale”.
Federico De Simone
Fonte immagine: m.ilsecoloxix