Estero
Denied Access. L'Internazionale dell'espulsione
MADRID, 10 OTTOBRE 2012 - Nel modo in cui tratta i migranti l'Italia può dirsi in buona compagnia perché quello che l'Europa ha istituito lungo la sua frontiera meridionale, passando per posti come Melilla, Lampedusa o il rio Evros, è diventato un vero e proprio sbarramento anti-migrante, sulla falsariga dei circa 3000 chilometri del muro che separa Messico e Stati Uniti.
Malaga, Fuerteventura, Gran Canaria, Murcia, Valencia, Madrid, Barcellona, Algeciras, Tenerife. Sono in tutto nove i Centri di identificazione ed Espulsione (Centros de Internamientos de Extranjeros in spagnolo) realizzati nel Paese fin dal 1999 anche se esperienze similari si registrano sul territorio spagnolo fin dal 1985. Secondo l'Asociación pro derechos humanos de Andalucía - ci sarebbero altri centri “fantasma”, tra i quali uno nella zona di Almería ed uno nelle Canarie, la cui esistenza è stata ormai accertata. Fame, freddo e mancanza delle più elementari norme a tutela delle e dei migranti – da quella medica a quella giuridica, come riporta in un suo report l'organizzazione internazionale Women's Link Worldwide, organizzazione che promuove l'integrazione di genere in materia di giustizia e dal 2008 presta assistenza giuridica specializzata verso le donne vittime o presunte vittime di tratta rinchiuse nei centri – rappresentano le denunce fisse di chi entra nel circuito spagnolo della detenzione amministrativa per migranti. E questo è solo quello che succede nei cie ufficialmente riconosciuti. Il report è il frutto di due anni di lavoro che ha portato ad intervistare 45 donne di cui sette incinte e 21 presunte vittime di tratta in sei dei nove centri della Spagna, con le organizzazioni che hanno accesso o che lavorano con reclusi e magistrati incaricati di controllarli.[MORE]
Il report realizzato dall'associazione evidenzia inoltre come siano gli stessi magistrati che dovrebbero occuparsi delle migranti a non conoscere approfonditamente la legislazione in materia di immigrazione, rendendo ancora più insopportabile una situazione dove la denunzia di violazione dei diritti umani è pressoché costante e costantemente inascoltata.
L'ignoranza giuridica dei magistrati, in aggiunta alle difficoltà riscontrate dalle organizzazioni della società civile per entrare nei centri, fa in modo che molte recluse - «in una situazione decisamente peggiore rispetto a quella carceraria», come evidenziato da alcuni addetti ai lavori – non abbiano la minima idea di quali siano i propri diritti, come la possibilità di fare richiesta di asilo già all'interno del centro o di poter sporgere denunce e reclami.
Vestiti, cibo e acqua. Sono queste le principali richieste fatte dalle migranti rinchiuse, che spesso sono costrette ad indossare gli stessi abiti che avevano al momento dell'ingresso nel centro ed alle quali, come avviene nel centro di Barranco Seco, a Las Palmas, possono usufruire di una sola bottiglia d'acqua al giorno.
Non mancano inoltre casi di umiliazioni e violenza di genere. Nel centro di Valencia, ad esempio, le donne recluse sono obbligate a tenere tutto pulito. Gli uomini no. Per loro è stata contrattualizzata – in subappalto – un'impresa di pulizie. Tanto per rendere chiare fin da subito quali sono le regole (di genere) che vigono nei centri: bagni senza porte, docce senza tende e stanze per i colloqui nelle quali manca il più elementare rispetto dell'intimità delle migranti (come ad Aluche e Madrid) dove persino avere gli assorbenti – posti chissà quanto involontariamente in armadietti vicino alla guardiola dei vigilanti – diventa uno strumento di umiliazione.
In una situazione di questo tipo diventa quasi superfluo evidenziare, come denunciato dall'organizzazione Ferrocarril Clandestino, i casi di provocazione sull'identità di genere per donne e transessuali – alle quali vengono spesso interrotti i trattamenti ormonali, così come interrotti sono i trattamenti medici di lunga durata – che devono sopportare proposte oscene e detenzioni se decidono di denunciare. Il caso-Joy che diventa politica globale.
[2 di 4]
[parte 1 di 4:Fortezza Europa, viaggio sull'invalicabile confine sud]
(foto: carmillaonline.com)
Andrea Intonti [http://senorbabylon.blogspot.it/]